“L’unica cosa che si doveva decidere oggi per i cittadini di Taranto che hanno un’aspettativa di vita inferiore rispetto al resto d’Italia è di avviare le bonifiche: cosa che non è stata fatta – prosegue il leader ecologista -. Le bonifiche sono necessarie e non rinviabili in una città dove è caduta una quantità di diossina tre volte superiore a quella di Seveso, in una città dove migliaia di capi di bestiame sono stati abbattuti perché contaminati dalla diossina, dove non si possono coltivare i terreni e non si può praticare la mitilicoltura, in una città dove l’inquinamento pesa 210 chilogrammi per ogni cittadino”.
“I cittadini di Taranto hanno già sofferto abbastanza a causa dell’inquinamento e hanno il diritto ad un futuro diverso – conclude Bonelli -. A Taranto bisogna fare quello che è stato fatto a Pittsburg e a Bilbao, ossia avviare un processo di conversione ecologica e di bonifica che non possono essere rinviate ulteriormente”.
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