A ferire sono anche le tante parole che vengono spese su una vicenda ancora irrisolta. «Qualcuno parla di trasferimento imminente, ma la soluzione sembra ancora lontana – spiega al Corriere – questa mattina mi sono recato al Comune per avere notizie sul regolamento relativo all’assegnazione delle nuove aree, ma tutto sembra in balia delle onde. Ormai, c’è poco da essere ottimisti: anche la produzione del 2012 andrà persa. Siamo già fuori tempo massimo». E’ da mesi che Carriero si sgola per chiedere provvedimenti urgenti. «Il novellame doveva essere spostato alla fine del 2011 per consentire la vendita delle cozze per la prossima estate – ribadisce – di questo passo si arriverà a ottobre o novembre e in quel periodo non potremo commercializzare più nulla. Eppure, è stato lo stesso Comune ad autorizzarci a continuare la produzione anche nel 2012. Ora, chi pagherà per questi ritardi?».
La cooperativa di Carriero sta già ricevendo degli ordini per la produzione del 2012, ma ora si trova con le mani legate perché i mitili sono ancora in un’area a rischio contaminazione (si è in attesa dei risultati degli ultimi prelievi) e non possono essere trasferiti altrove. «Le associazioni di categoria non hanno saputo rappresentarci – continua Carriero – avrebbero dovuto tutelare innanzitutto i mitilicoltori che hanno gli allevamenti solo nel primo seno di Mar Piccolo. Invece, sono state create aspettative anche per chi lavora nel secondo seno». Per quanto riguarda l’operato del Centro Ittico, Carriero esprime una speranza: “Ora il responsabile è Michele Matichecchia, un uomo di legge, confidiamo nella sua capacità di mettere ordine in una vicenda ancora confusa».
Le perplessità sul trasferimento in Mar Grande sono evidenti: «Stiamo ancora aspettando che vengano collocate le boe per delimitare le nuove aree – dice Carriero – il 30 marzo si sono aperte le buste per l’acquisto delle boe, ma ancora non sappiamo se il Comune ha incaricato qualche ditta. E poi, una cosa dev’essere chiara: il regolamento per l’assegnazione delle nuove aree deve dare la priorità a chi ha allevamenti solo nel primo seno e quindi agli operatori maggiormente danneggiati dall’emergenza Pcb».
Infine, il capitolo legato alla crisi economica che ha toccato i mitilicoltori del primo seno. Da una parte c’è la speranza di accedere ai fondi regionali, anche quelli vissuti come dei miraggi, dall’altra c’è il dramma per l’impossibilità di accedere al credito. «Le banche, ormai, hanno chiuso i rubinetti – sottolinea Carriero – da quando c’è stata l’ordinanza del 22 luglio 2011, che vietava la vendita delle cozze, stanno ritirando anche quel poco che ci avevano concesso. I Fondi di Garanzia devono prendere dei provvedimenti, non possiamo andare avanti così. C’è gente che non vede un euro da mesi”.
Alessandra Congedo
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