Città a misura di bambino. L’Unicef “chiama” i politici alle loro responsabilità
TARANTO – “Mi è sempre piaciuto sentir parlare di quelli dei vecchi tempi. Non ne ho mai perso l’occasione. Uno non può fare a meno di paragonarsi a loro, di chiedersi come avrebbero fatto loro al giorno d’oggi”. Così sentenziava lo sceriffo Ed Tom Bell nel romanzo di Cormac Mc Carthy “Non è un paese per vecchi”. Questo, in realtà, non è un paese per giovani, per bambini e per adolescenti.
Se ne accorgono un po’ tutti tranne, probabilmente, chi davvero potrebbe operare, scegliere e approvare delibere. Semmai si trattasse di dimenticanze, il comitato provinciale ionico dell’Unicef prova a rinfrescare la memoria a coloro che appaiono sui manifesti elettorali di Taranto, Castellaneta, Martina Franca, Mottola, Palagiano e Sava per il prossimo turno amministrativo.
Oltre a sorrisi, proclami e promesse si richiede una firma. Più precisamente, la sottoscrizione di un documento programmatico che pone al centro dell’interesse dell’azione amministrativa il bambino, con i suoi bisogni e i suoi diritti.
Il decalogo spazia su temi importanti: dalle politiche ambientali agli spazi verdi, dai luoghi di aggregazione alla mobilità sostenibile. Dieci argomenti, dieci input, dieci modi per rendere una città migliore per i bambini. Di conseguenza, un mondo migliore per tutti.
Chi firmerà? E, soprattutto, chi metterà in pratica queste nuove politiche per far sì che questo diventi “Un paese per giovani, bambini e adolescenti”?
- L’ascolto e la partecipazione dei bambini e dei ragazzi: occorre che questi principi (art. 12 della Convenzione sui diritti per l’infanzia) siano inseriti nello statuto comunale per realizzare occasioni permanenti di ascolto e di presa in considerazione delle opinioni dei bambini e dei ragazzi.
- Un quadro normativo amico dei bambini e degli adolescenti: superiore interesse del minorenne, non discriminazione e diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo.
- Una strategia per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: sui temi urbanistici e ambientali, sui temi relativi alla mobilità e sui servizi socio sanitari.
- Meccanismi di coordinamento per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: occorre istituire un organismo per il monitoraggio dell’impatto che qualunque deliberazione comunale ha sull’infanzia e l’adolescenza.
- Una valutazione e un’analisi dell’impatto sull’infanzia e sull’adolescenza: il Comune deve dotarsi di analisi statistiche su cui poggiare la sua azione.
- Un bilancio dedicato all’infanzia e all’adolescenza: una quota annuale ben identificabile deve essere destinata a favore delle politiche per i diritti dei bambini e degli adolescenti.
- Un regolare rapporto sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza: un osservatorio per monitorare periodicamente la condizione dell’infanzia e dell’adolescenza e per creare una banca dati che raccolga statistiche su abbandono scolastico, presenza di minorenni non accompagnati, minorenni diversamente abili, minorenni detenuti negli istituti penali.
- La diffusione della conoscenza dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: deve essere promossa in ogni occasione con una particolare attenzione riservata alle categorie vulnerabili.
- Il garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza: deve essere posto nelle condizioni di consolidare la propria collaborazione con le associazioni presenti sul territorio.
- Una formazione permanente per gli operatori che si occupano di bambini e adolescenti: occorre attivare e finanziare un programma di formazione permanente ed integrata destinato agli operatori dei servizi, della scuola e del privato sociale.
Alessio Pignatelli