Sul dramma di Taranto, di antica data e mai trattato seriamente a livello nazionale, ha gigioneggiato il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola senza alcun contradditorio. Nichi Vendola, attualmente. è il personaggio pubblico pugliese sul quale larga parte dei tarantini concentrano le maggiori accuse di inadempienze e tradimenti nei confronti della città in tema di inquinamento ed avvelenamento. Egli ha strumentalizzato i bambini di Taranto a fini politici personali ed ora millanta risultati positivi inesistenti sulla diossina, sul benzo(a)pirene, sulle polveri sottili, ecc.
La tanto esaltata legge regionale antidiossina, annacquata dal Governo centrale con il beneplacito della stessa Regione Puglia e degli altri enti locali, consente di attestare solo che durante qualche decina di ore di controllo preavvertite sul camino E 312 dell’impianto di agglomerazione di Ilva di Taranto la media di emissione di diossina rispetta il vincolo della concentrazione di 0,4 ng/mc.
Si tratta di poche decine di ore nell’anno sulle oltre 7000 ore di funzionamento dell’impianto e sulla base di quei dati si ha la sfrontatezza di dire che le emissioni di diossina sono sotto controllo(E’ come se la Polizia stradale comunicasse agli automobilisti che sarà effettuato il controllo del rispetto dei limiti di velocità in autostrada per alcune ore di alcuni giorni in un determinato tratto di autostrada – tutto reso noto in dettaglio con adeguato anticipo – e con i risultati di tale “controllo telefonato” affermasse che gli automobilisti italiani rispettano per tutto l’anno il limite di velocità massima).
Sul benzo(a)pirene Vendola afferma che una prossima legge regionale imporrà la riduzione delle emissioni (del 10%?), tacendo sul fatto che nel 2010 con la sua inerzia ha consentito al Governo Berlusconi di emanare il D.Lgs 155/2010 “salva azienda” con cui è stata annullata la normativa che imponeva all’Ilva di rispettare il limite di 1 ng/mc per il benzo(a)pirene già dal 1999.
Vendola scopre ora che i parchi primari devono essere coperti mentre a giugno del 2011 non ha fatto inserire tale prescrizione nell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) di cui chiede il riesame oggi, a pochi mesi dal rilascio da lui stesso approvato.Vendola non dice una parola sull’avvelenamento di Mar Grande operato dai fiumi di reflui che continuano ad essere scaricati in mare dalle grandi aziende. Vendola non fa un minimo di autocritica per non avere fatto nulla in tema di bonifiche dei terreni e delle falde di Taranto nei sette anni di presidenza della regione Puglia.
Al poetico afflato con cui conquista riconoscimenti e nastrini internazionali, Vendola contrappone il silenzio verso i tarantini, che gli contestano gli impegni non mantenuti.Il Presidente Monti, accompagnato dai Ministri interessati, il 17 aprile incontrerà Vendola e le Istituzioni regionali e locali sul tema Taranto. Sappia il Presidente Monti che la gran parte della cittadinanza tarantina non si sente rappresentata nè da Vendola nè da quelle Istituzioni locali che nei fatti sono state omissive e conniventi con gli avvelenatori.
Le associazioni e comitati:
AIL Sez. Taranto
Altamarea
Cittadinanzattiva/Tribunale del malato Sez. Taranto
Comitato Vigiliamo per la discarica
Donne per Taranto
Fondo antidiossina onlus
Impatto zero
Mondomare
Peacelink
WWF Sez. Taranto
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