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Emergenza mitili, andamento lento

TARANTO – La prima notizia è che domani si apriranno le buste per l’acquisto delle boe da parte del Comune. Sarebbero i galleggianti, chiamati anche “long line”, che serviranno a perimetrare l’area di Mar Grande in cui dovranno essere “ospitati” gli allevamenti dei mitili del 1° seno del Mar Piccolo. La seconda notizia è che l’area in questione, è diminuita in termini di quadratura: infatti, dai 480.000 metri quadrati a fronte dei 700/800.000 individuati in un primo momento dal Centro Ittico Tarantino, siamo passati adesso a “quasi” 400.000. Una riduzione dovuta allo spazio che i circoli velici hanno chiesto per i fori corridoi. Altra notizia: non ci sarà bisogno di alcun ordinanza sindacale firmata dal Sindaco; perché il Comune ha dato il suo assenso allo spostamento dei mitili in Mar Grande, già con la delibera dello scorso gennaio.

Ora, dunque, non resta che l’apertura delle buste e che vengano presentate, da parte dei mitilicoltori e delle loro cooperative, le istanze di concessione per occupare lo specchio d’acqua prospiciente il lungomare. Aree che come abbiamo visto, nel corso degli ultimi mesi hanno subito diverse riduzioni: anche per questo, il Comune ha chiesto agli operatori del settore un ulteriore sforzo, visto che gli spazi sono stati ulteriormente ridotti. Si procede dunque seguendo le lungaggini della burocrazia, che tappa dopo tappa dovrà provvedere all’approdo degli allevamenti in Mar Grande, che però necessiteranno inevitabilmente dei “corpi morti” ovvero di basi di cemento armato del peso anche di 3,5 quintali, che dovranno sostenere i galleggianti e che dovranno essere trasportati dagli stessi mitilicoltori con delle grandi imbarcazioni.

Il problema, però, resta sempre il tempo: perché la settimana scorsa, la Camera di Commercio ricordò come la scadenza ultima dei termini per provvedere allo spostamento, coincideva con la fine del mese corrente, ovvero il 31 marzo: oltre quella data, secondo i calcoli anche dei mitilicoltori, anche il raccolto del 2012 sarebbe andato perduto, per un danno superiore ai 2 milioni di euro. Per non parlare del fatto che si è ancora in attesa del milione e duecentomila euro stanziati dalla Regione attraverso i fondi FEP, a cui però potranno accedere soltanto i mitilicoltori dotati di licenza, ente che ieri ha disertato la Conferenza Servizi. Inoltre va sempre ricordato come nello scorso autunno venne messo in preventivo un periodo di sperimentazione della durata di sei mesi, per testare la zona e la reale possibilità di attecchimento del seme in Mar Grande: perché in molti, per non dire tutti, sanno che il mitile prodotto nel 1° seno del Mar Piccolo ha una sua specificità che quasi certamente rischia di perdere una volta spostato nelle acque di Mar Grande.

Inoltre, nessuno parla del fatto che, nel caso in cui la classificazione della acque di Mar Grande dovesse dare esito negativo, il problema tornerebbe al punto di partenza in maniera ancora più grave. Per non parlare del fatto che per lavorare nelle nuove aree, i mitilicoltori dovranno dotarsi di impianti molto costosi: ecco perché molti avrebbero preferito spostarsi nel 2° seno del Mar Piccolo, più salubre da inquinamento da Pcb, ma che potrebbe nasconde altri nemici (come ad esempio il mercurio). Ciò detto, siamo comunque di fronte a periodi lunghi, anche troppo per i mitilicoltori: perché ammesso e non concesso che tutto l’iter si concluda in tempi stretti, la commercializzazione del prodotto potrà avvenire non prima di settembre. Quando la cozza è un prodotto che viene venduto soprattutto d’estate. Lo spostamento, visti anche i tempi naturali richiesti dal seme, sarebbe dovuto avvenire molto tempo prima: ad esempio a partire dallo scorso ottobre.

Ma una serie di “opposizioni” di natura burocratica hanno fatto sì che si arrivasse ai giorni nostri senza ancora nulla di certo e definito. Di tutto questo si è discusso nella Conferenza dei Servizi convocata ieri pomeriggio dal Comune negli uffici di via Plinio. A cui hanno partecipato tutti gli enti protagonisti di questa annosa vicenda (Asl, Marina Militare, Capitaneria di Porto, Centro Ittico Tarantino, Comune di Taranto, associazioni di categoria e Confcommercio), eredità dell’immane e devastante inquinamento a cui è stato posto per decenni il 1° seno del Mar Piccolo, partendo dai Cantieri Navali per passare all’Arsenale della Marina Militare, finendo con aziende che nel corso degli anni hanno interrato quantità industriali di Pcb finite per confluire nella falda freatica che staziona sotto la zona industriale di Statte e che termina il suo corso proprio nel 1° seno del Mar Piccolo. Dimenticarsi dei mitilicoltori in un momento in cui si parla solo di Ilva, operai e ambientalisti, potrebbe essere un grave errore di calcolo politico. Per tutti.

G.Leone

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