Ilva, in attesa dell’udienza del 30 marzo. Ci sarà posto per il buon senso?
“Il 30 marzo, facciamo sentire anche noi la nostra voce, usciamo dal silenzio. Lottiamo per qualcosa che è nostro, di noi tutti, facciamo sentire la voce del popolo Ilva, perché l’Ilva siamo noi. Basta farci chiamare pecore, assassini e quant’altro, lottiamo per coesistere con Taranto, lottiamo per essere l’orgoglio di Taranto. Lottiamo nel rispetto di noi stessi, per quello che facciamo, perché noi crediamo in un futuro insieme. Taranto e Ilva si può”. E’ uno dei messaggi lasciati sulla bacheca di Facebook del gruppo “Taranto e Ilva insieme”. Il gruppo finora ha raccolto 1391 iscritti, tra i quali bisogna includere curiosi, giornalisti e ambientalisti, che hanno aderito soprattutto per leggere i contenuti.
In attesa del 30 marzo, giornata in cui si terrà la nuova udienza sull’inquinamento Ilva, dispiace notare un crescente muro contro muro, che vede contrapposti cittadini pro e contro il siderurgico. E’ facile prevedere, ormai, che davanti al Tribunale di via Marche torneranno le tante persone, in gran parte studenti, che già lo scorso 17 febbraio si erano radunate per chiedere giustizia dopo decenni di incontrastato inquinamento. A pochi metri da loro, però, è prevista anche la presenza di operai in tuta, che raggiungeranno il posto con il lasciapassare della proprietà Ilva. Una novità assoluta.
Per la prima volta, quindi, potrebbero trovarsi faccia a faccia, coloro che finora si sono sfidati in modo non proprio tenero sulle pagine di Facebook. Prevarrà il buon senso o qualcuno (da una parte e dell’altra) cederà alla tentazione di provocare o di reagire alle provocazioni di qualche sprovveduto? Sarebbe questo l’errore più grande. Dividersi davanti ad un Tribunale quando in gioco c’è qualcosa di fondamentale per tutti: la tutela della salute. Non è sicuramente una tuta a fare la differenza tra un cittadino e l’altro, quando c’è il rischio di ammalarsi di cancro e di lasciare dei bambini orfani.
Stamattina, durante una conferenza stampa sul tema lavoro e ambiente, il sindaco Stefàno ha chiaramente preso le distanze dall’idea di questa manifestazione che vedrà schierati gli operai Ilva (la richiesta sarebbe già arrivata sulla scrivania del Sindaco e in Prefettura): “Bisogna avere rispetto per il lavoro dei giudici. Lo dico anche al gruppo Riva. La Magistratura non è di parte: applica la legge – ha dichiarato il primo cittadino – se gli operai vogliono manifestare lo facciano davanti a Palazzo di Città”.
Un appello che verrà ascoltato? A questo punto ci appare difficile.
Alessandra Congedo
Sinceramente Stefàno come “pompiere” non credo goda di elevata credibilità E’ stato lui stesso ad alzare il tono dello scontro promulgando un’ordinanza che giuridicamente non aveva alcun valore e che di fatto è stata respinta, dal punto di vista sociale ha esacerbato i toni dello scontro cittadini/operai in modo direi quasi irreversibile…ora invocare una “pax” sociale mi pare un alquanto fuori luogo.