La proprietà Caltagirone, lo scorso 18 aprile 2011, parò dell’ “ampliamento degli impianti produttivi esistenti ed il recupero di efficienza e competitività dello stabilimento produttivo di Taranto”: che in termini squisitamente economici comporterà, secondo i calcoli dell’azienda quotata in Borsa, una spesa di “145.030.000 euro, la maggior parte dei quali (oltre 100 milioni di euro, pari al 69% del budget totale) destinati all’acquisto di “attrezzatura, macchine, e impianti”. Nella cifra totale, non va inoltre dimenticata la presenza del finanziamento della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) di circa 90 milioni. Come è bene ricordare che la “Nuova Taranto”, che sorgerà sulla ceneri degli impianti oramai vetusti del cementificio vicino dell’Ilva, sarà dotata anche di in un co-inceneritore, dove verrà smaltito parte del combustibile da rifiuti (Cdr, meglio conosciuto sotto il nome di “eco balle”) prodotto nel territorio della Regione Puglia, che andrà ad incrementare con nuovi inquinanti (come ad es. polveri sottili, CO2, etc.) le emissioni dell’azienda. La Cementir, con il nuovo stabilimento, manterrà inalterato il livello di produzione annua (stimato in 600.000 tonnellate), con l’auspicio di toccare quota 1.250.000 tonnellate prodotte quando la crisi economica mondiale terminerà.
Il tutto, ha trovato conferma nella conferma nel Consiglio di Amministrazione della Cementir Holding SpA, presieduto da Francesco Caltagirone Jr., che ha esaminato e approvato il progetto di bilancio relativo all’esercizio chiuso al 31 dicembre 2011 lo scorso 8 marzo. I ricavi ammontano a 933 milioni di euro (842,3 milioni di euro al 31 dicembre 2010), il margine operativo lordo a 124,2 milioni di euro (108,9 milioni di euro al 31 dicembre 2010) e l’utile netto di Gruppo a 3 milioni di euro (9,3 milioni di euro al 31 dicembre 2010), mentre il dividendo proposto è di 0,04 euro per azione (0,06 l’anno precedente).
Concludiamo ricordando che la Cementir Italia srl, di proprietà della famiglia Caltagirone, per questo progetto usufruirà anche del finanziamento pubblico a fondo perduto garantito dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale nell’ambito del programma operativo 2007-2013 (PO FESR 2007-2013), che ammonta a 19.334.852,51 euro. Finanziamento che “Relazione istruttoria” del 28 luglio 2010 redatta da Puglia Sviluppo spa (la ex Sviluppo Italia Puglia spa), società controllata dalla Regione Puglia, concesse con la deliberazione “di ammissibilità della proposta alla fase di presentazione del progetto definitivo”, con la delibera n. 1843 del 6 agosto 2010 della Giunta regionale pugliese, e firmata dal presidente della Giunta, Nichi Vendola. In quella relazione, di cui ci occupammo lo scorso gennaio, si chiariva come questo nuovo progetto avrebbe dato lavoro a cinque nuove unità lavorative.
Tutto fatto, dunque. E ci troviamo anche con i tempi: sempre nello scorso aprile, infatti, Caltagirone affermò come “Taranto per Cementir rimane sicuramente il programma principale di investimento nel cemento per il prossimo biennio e a oggi non ci sono particolari ritardi. La messa in esercizio dell’impianto nuovo rimane stimata per la prima metà del 2013”. In cambio di tutto questo “ben di Dio”, la città di Taranto avrà tra le 5 e le 20 unità lavorative in più, un cementificio ed un inceneritore nuovi di zecca, la piantumazione di un centinaio di alberi nella zona industriale (perché in città ne abbiamo sin troppi) e il rifacimento della pista di atletica del centro sportivo Campo Scuola nel quartiere Salinella di Taranto. Chapeau.
Gianmario Leone
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