Circoscrizione “Tamburi-Lido Azzurro”, documento bipartisan per uno sviluppo diverso

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I Consiglieri della Circoscrizione Tamburi Lido Azzurro rivolgono un appello all’Amministrazione comunale in occasione della imminente apertura dei cantieri che segnano l’avvio di opere infrastrutturali in grado di cambiare il volto ed il futuro della città e della provincia di Taranto.

In considerazione delle recenti acquisizioni in ambito sanitario e giudiziario, la maggioranza dei consiglieri della Circoscrizione Tamburi Lido Azzurro conclude il proprio mandato quinquennale formulando uno storico e condiviso documento bipartisan quale atto di indirizzo a futura tutela degli interessi sociali, economici e culturali nell’ambito della sicurezza e dello sviluppo della popolazione residente nel quartiere Tamburi, ma anche in tutta l’area provinciale tarantina.

Le raccomandazioni e le segnalazioni indirizzate alla attuale e alla prossima amministrazione comunale rappresentano la formalizzazione di un dibattito e di un lavoro iniziato negli scorsi mesi nell’ambito circoscrizionale, con una tappa importante nel dicembre 2011, alla presenza delle più note associazioni ecologiste di Taranto ed in particolare della Associazione Malati Cronici ed Immunitari la quale, per il tramite del suo rappresentante Saverio De Florio, ha sottoposto al Consiglio di Circoscrizione un progetto per incentivare la naturale vocazione turistica della città migliorando il piano generale di infrastrutturazione e limitando l’impatto ambientale tramite la revisione delle aree e degli assetti urbanistici, ancora condizionati dalla presenza degli impianti destinati alla produzione del cemento, ma anche del parco minerali dell’ILVA all’ingresso della città.

Taranto, 16/03/2012

Al signor Sindaco del Comune di Taranto

Illustrissimo signor Sindaco,

l’imminente apertura dei cantieri per importanti interventi di natura industriale ed urbanistica prelude al cambiamento del profilo e della vita di una intera città e, pertanto, può condizionare per i prossimi decenni la sopravvivenza e le reali possibilità di sviluppo del Quartiere Tamburi così come di tutta l’area cittadina e provinciale.

Duole in tal senso rilevare che gli attuali piani per lo sviluppo della città  non sembrano aver correttamente considerato né le criticità ambientali rese evidenti dalle recenti cronache giudiziarie, e neppure  le variazioni intervenute nell’ambito della pianificazione e del riordino dei più ampi corridoi europei, composti dalle reti marine, ferroviarie, stradali ed aeree, da collegare organicamente ed armonicamente alla rete infrastrutturale locale, pertanto non appaiono più adeguati e confacenti ai bisogni della cittadinanza e alla competitività generale della intera provincia, poiché lasciano irrisolti i nodi che da sempre attanagliano l’intera area e che nessun piano infrastrutturale ed urbanistico ha mai affrontato in maniera organica ed integrata.

Non a caso, l’attuale fascia di ingresso alla città resta ancora occupata da insediamenti industriali, in primis alcuni serbatoi ENI, gli impianti Cementir ed il parco Minerali dell’ILVA,  che interrompono di fatto la congiunzione naturale e lineare di tutte le vie di comunicazione strategiche, compreso il collegamento ferroviario diretto e veloce con l’aeroporto di Grottaglie,  impedendo al contempo la  giusta collocazione di importanti strutture logistiche e commerciali, come i parcheggi di scambio, i servizi ed i centri intermodali di dimensioni confacenti ai trasporti di tutta l’area.

Pertanto, ci risulta incomprensibile ed assai dannosa la scelta di fornire i pareri e le autorizzazioni (di competenza di più enti e non solo del Comune di Taranto) alla Cementir a costruire i propri impianti nella stessa area di prima, non soltanto in virtù della criticità sanitaria riguardante la combustione dei rifiuti CDR in un nuovo impianto di incenerimento prossimo alla città, ma anche per le gravi interferenze ed  vincoli posti al collegamento con gli sporgenti, la piastra logistica e soprattutto i  necessari tracciati ferroviari al di fuori della fascia urbana. Per non considerare poi l’enorme danno economico inflitto al locale comparto della edilizia, impossibilitato ad aprire i nuovi cantieri per la realizzazione di un’area intermodale molto più ampia e completa di quella attualmente prevista e prossima alla cantierizzazione.

In ambito ferroviario, negli ultimi anni sono stati utilizzati fondi europei per realizzare un collegamento diretto da Bari verso la regione Calabria, con l’area di Taranto posta a tappa intermedia, omettendo però la ristrutturazione delle reti ferroviarie in città, inadeguate al punto di non permettere il transito dei treni del futuro.  Le opere di ammodernamento hanno infatti sì interessato lo scalo di Bellavista, ristrutturato in vista delle attività collegate alla nuova retroportualità tarantina, ma hanno volutamente estromesso e saltato l’area urbana di Taranto lasciando che l’attuale linea tagliasse in due il Quartiere Tamburi e ne perpetuasse il parziale isolamento dal resto della città, oltre ad occupare fasce costiere che andrebbero invece riservate agli impieghi turistici. L’errato posizionamento della attuale stazione impedisce tra l’altro un corretto ingresso in città ed obbliga alla compresenza di un viadotto che occupa una delle zone più pregiate della costa tarantina, che invece andrebbe destinata alle sole attività e strutture turistiche.

Un analogo problema si riscontra a livello degli sporgenti portuali siti in città, che per uno storico  errore di valutazione furono e restano tuttora destinati al prevalente utilizzo industriale pesante in luogo dell’uso esclusivamente commerciale e turistico. Eppure, i dettami di sicurezza attuali ma anche quelli più datati risalenti al secolo scorso avevano sconsigliato e disincentivato il mantenimento delle attività industriali pesanti in prossimità dei centri abitati, perché una città dall’aspetto brutto, polveroso e degradato è una città inospitale e priva di attrattiva, oltreché pericolosa per i residenti.

In proposito, non è neppure possibile tacere e sorvolare sulla scelta in grado di danneggiare l’ecosistema marino e l’economia della pesca, laddove le navi da crociera dovessero fare scalo in Mar Piccolo anziché  nella sede più logica e naturale per una rete di idrovie, e cioè in corrispondenza dell’attuale porto mercantile. E anziché allontanare dagli sporgenti presenti in città gli attuali scali dell’industria pesante per il carico e lo scarico di materie prime inquinanti, si sta pensando di dirottare il traffico passeggeri in Mar Piccolo, disattendendo così le istanze degli operatori del mare e la loro volontà di preservare un enorme bacino naturale e un patrimonio in grado di garantire dai 5.000 ai 10.000 posti di lavoro nell’ambito dell’allevamento ittico.

Ecco allora i veri ed inquietanti risvolti del danno sia infrastrutturale che urbanistico, economico sociale e culturale perpetrato contro i reali interessi e bisogni della città e della provincia tutta. E ancora  una volta, la naturale vocazione turistica del territorio viene messa in pericolo per agevolare e spingere la sola vocazione industriale pesante.

Sentiamo pertanto il dovere, in qualità di consiglieri eletti nell’ambito della Circoscrizione di Tamburi e Lido Azzurro, di esprimere un atto di indirizzo e di invitare l’attuale ed il prossimo Consiglio Comunale della Città di Taranto a riconsiderare gli elementi essenziali degli attuali programmi urbanistici ed infrastrutturali, al fine di emanare sospensiva delle attuali autorizzazioni relative ai lavori delle aree Croce e Porta Napoli in attesa di una verifica e della ridefinizione urgente dei parametri urbanistici, infrastrutturali e sanitari secondo una modalità integrata e comprensiva delle voci ritenute ancora mancanti nei piani correnti, e/o non adeguate al futuro di tutta la nostra collettività.

In relazione a quanto espresso chiediamo, nella imminente apertura dei cantieri, una azione amministrativa urgente ed incisiva che dia finalmente corso ad un piano urbanistico partecipato, integrato e senza compromessi perché basato sull’ampliamento e sul  ridisegno dei tracciati viari e ferroviari ma anche sulla delocalizzazione dello stabilimento Cementir e del parco minerali dell’ILVA in altra area libera da adibire a distanza di sicurezza e lontana da quella attuale, in ogni caso non prossima agli abitati.

Al fine di favorire quanto richiesto, chiediamo l’opposizione ai progetti attuali e,  per quanto di competenza del Comune, la sospensione dei nuovi permessi a costruire nelle aree Croce-Tamburi-Porta Napoli,  in attesa delle revisione e della definizione delle opportune varianti e integrazioni ai progetti in fase di cantierizzazione.

Il Presidente della Circoscrizione Tamburi Lido Azzurro: Egidio Di Todaro

I Consiglieri della Circoscrizione Tamburi Lido Azzurro: Cosimo D’Arcangelo, Francesco De Comite, Marisa Lambiase, Antonio Manzo, Francesco Mastrocinque, Giovanni Motolese,  Christian Scardicchio, Pasquale Pricci, Caterina Tasto

 

 

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