Ilva, la réunion – Vendola chiama tutti a Bari
Nella giornata di sabato infatti, la Regione aveva diffuso la seguente nota: “Il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola incontrerà i parlamentari pugliesi a Bari lunedì prossimo 19 marzo alle ore 10.00, presso l’Aula del Consiglio regionale (estramurale Capruzzi 212)”. Ancora una volta, dunque, viene scelta la città capoluogo come sede “ideale” per discutere di un problema che riguarda, da sempre, “soltanto” Taranto: segno evidente del fatto che le istituzioni hanno scelto, ancora una volta, di “confrontarsi” sulla delicata questione ambientale della città dei Due Mari restando chiuse nelle classiche stanze dei bottoni, le cui porte continuano ad essere inaccessibili per un’intera comunità, che avrebbe tutto il diritto di partecipare con propri esponenti. Principio democratico garantito dalla Costituzione, che in una democrazia a tempo come è da sempre l’Italia, viene visto con il terrore negli occhi dai nostri esponenti politici, alla disperata ricerca di soluzioni che possano in qualche modo “pulirli” dall’onta di non aver mai affrontato seriamente il problema dell’inquinamento a Taranto, diventando spesso complici o del silenzio o della grande industria, spacciando per oro ciò che invece da queste parti è da sempre semplice, ma implacabile, polvere rossa.
L’obiettivo dell’incontro, leggiamo sempre nella nota, è quello di “discutere e affrontare in modo condiviso la questione Ilva di Taranto, anche alla luce delle due recenti perizie richieste dal Comune di Taranto che hanno sollevato nuove problematiche. All’incontro sono stati invitati anche il Presidente della Provincia e il Sindaco di Taranto, il Presidente del Consiglio regionale, i Presidenti dei gruppi consiliari, i Consiglieri regionali della provincia di Taranto, gli Assessori regionali all’Ambiente e alla Salute e il Presidente dell’Arpa“.
Dunque, i nostri prodi si ritroveranno per l’ennesima volta nel giro di pochi giorni per affrontare il problema dei problemi: ovvero il responso dato dalle due perizie degli esperti chimici ed epidemiologi, nel corso dell’inchiesta portata avanti dalla Procura di Taranto nei confronti dell’Ilva con, tra le tante, la pesantissima accusa di disastro ambientale. Il fatto è che ci chiediamo cosa mai ci sarà da discutere, visto che nessuno dei presenti alla riunione odierna, possiede le competenze per analizzare da un punto di vista scientifico i dati emersi dalle due perizie (tranne il prof. Assennato che però non ha potere decisionale da un punto di vista politico e quindi in questi casi è un semplice espositore di dati o uditore). E visto che si tratta di dati scientifici, i nostri non potranno nemmeno perdersi nel loro sport preferito, specie per il governatore Vendola: ovvero dipingere la realtà attraverso espressioni roboanti che non dicendo nulla di concreto, restano nel limbo dei grandi intenti, che tali sono destinati a restare. Visto che definire “nuove problematiche” le emissioni fuori controllo dell’Ilva o le tante malattie e i morti prodotti dall’inquinamento del più grande siderurgico europeo, può essere qualcosa di “nuovo” solo per chi continua a recitare la parte del finto ingenuo.
Dunque, di cosa parleranno? Lo sapremo solo quest’oggi. Ma conoscendo i nostri “eroi”, possiamo immaginare che continueranno a favoleggiare sui due principali obiettivi da raggiungere nel medio e lungo termine: la fiaba della eco-compatibilità e il sogno della più grande bonifica che sia mai stata realizzata nel Vecchio Continente (in questo percorso tristemente accompagnati dai sindacati e da Confindustria). Due obiettivi che nella logica dei nostri politici, purtroppo per noi, proseguono di pari passo: senza la possibilità che, colti da improvvisa lucidità, essi stessi si accorgano di come in realtà inseguono soluzioni che procedono come due rette parallele. Per due semplici motivi: perché anche un impianto che sia dotato delle magiche BREF (le migliori tecnologie in assoluto) continuerà ad essere non eco-compatibile con l’ambiente circostante, pur rispettando tutti i limiti emissivi previsti dalla legge. Perché il rispetto di uno 0,4 per la diossina o di un 1 nanogrammo per il benzo(a)pirene, sempre inquinamento è, anche se limitato rispetto al passato. E perché un territorio in cui insistono a produrre e ad emettere veleni grandi industrie, non potrà mai essere bonificato davvero. E i nostri “eroi” questo, lo sanno fin troppo bene: ma non potranno mai ammetterlo, altrimenti il mondo di bugie e di castelli di carta costruito in tutti questi anni, crollerebbe in un secondo. Ed alla fine, nelle loro fulgide carriere politiche, non resterebbero altro che macerie.
Gianmario Leone