Accade che da quella data ad oggi la proposta di legge non è stata mai messa in discussione in seno alla III Commissione. Proprio accogliendo il giustificato grido di allarme del territorio tarantino che mi aveva fortemente motivato alla redazione della pdl, e alla luce della sensibilizzazione formulata dal dr. Franco Sebastio, Capo della Procura ionica, rivolta in questi giorni a tutte le Istituzioni , inoltre, in conseguenza delle evidenze scientifiche che ormai si affastellano nella maxi inchiesta condotta a Taranto dal GIP Todisco, e che riguarda i reati di disastro ambientale, inquinamento, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto e sversamento di sostanze pericolose, che vedono come indagati i massimi dirigenti ILVA, ritengo doverosa una richiesta di deliberazione d’urgenza in Consiglio regionale.
E’ opportuno ricordare che la proposta di legge privilegia l’aspetto prettamente sanitario/oncologico, ai fini della tutela della salute dei cittadini abitanti le zone considerate ‘aree a crisi ambientale’. Propone il monitoraggio ambientale ed una regolamentazione dell’immissione delle principali sostanze cancerogene, riconosciute come tali dalla letteratura scientifica, con riferimento a diossine, benzene, idrocarburi policiclici aromatici, amine aromatiche e polveri sottili (PM2.5).
‘La modalità di raccolta dei campioni, derivanti appunto da monitoraggio, dovrà tener conto dell’imprevedibilità di raccolta degli stessi e attenersi quanto più possibile alla reale situazione delle emissioni’. La proposta di legge si prefigge di regolamentare i limiti di emissione, con eliminazione dei picchi elevati e di meglio individuare i siti considerati come critici a causa delle suddette emissioni, nonché di stabilire un sistema di controllo affinché vi sia un’effettiva efficacia preventiva. Il monitoraggio dovrà prevedere la conoscenza d’incidenza di tumori attraverso l’istituzione permanente di un registro tumori annualmente aggiornato, secondo le stime d’incidenza e di confronto sia con gli anni precedenti, che con altre realtà sanitarie.
Il registro dovrà prevedere un abbinamento con le attività lavorative dei soggetti interessati da tumore. Una globalità di 500 nuovi casi di tumore per ogni 100.000 abitanti nell’anno è da considerarsi un limite invalicabile. Stabiliti i limiti di non valicabilità la proposta prevede che all’ARPA sia demandato il controllo tecnico delle emissioni, con la misurazione delle sostanze; all’ARPA compete anche l’individuazione dei siti critici per le emissioni di sostanze cancerogene. All’ASL cui appartengono i siti critici, spetta il compito del monitoraggio dell’incidenza di tumori attraverso l’istituzione del registro d’incidenza ed il suo aggiornamento costante secondo modalità tecniche scientificamente validate. In questa pdl a differenza di tutte le altre norme sono previste sanzioni per i soggetti destinatari dei controlli, che saranno di natura pecuniaria a favore di enti o associazioni che hanno impatto sociale sui territori critici, fino a prevedere il fermo degli impianti se gli sforamenti si manifesteranno come reiterati nell’arco di un anno superando per numero il limite fissato alla proposta di legge”.
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