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Taranto deve respirare ed amare in silenzio – Il divieto della Lega Calcio al di fuori di ogni logica

Non sono molte le parole con le quali commentare quanto accaduto nella giornata di ieri. Perché il divieto espresso dalla Lega Italiana Calcio Professionistico, dopo aver precedentemente dato il proprio nulla osta, sulla possibilità che il Taranto di scena domani a Terni scendesse in campo con la maglietta rossoblù griffata con lo “sponsor” “RespiriAMO Taranto”, è al di fuori di ogni logica oltre che contraria al rispetto dei diritti dell’uomo garantiti dalla Costituzione Italiana. La vicenda è nota a tutti: i ragazzi del gruppo “Taranto Supporters” avevano lanciato tempo addietro una iniziativa seria e simbolica: coniare uno slogan che simboleggiasse ed accomunasse l’amore dei tarantini per la maglia rossoblù e nello stesso tempo la determinazione e la voglia un domani di vivere e poter respirare l’aria della propria città, senza più fumi, polveri e veleni di ogni genere. Ed alla fine la scelta è ricaduta sullo slogan “RespiriAMO Taranto”. Fatta regolare richiesta da parte della società, la Lega ha dato il suo benestare: tutto ok dunque, in attesa di poter scendere in campo con la maglia rossoblù con la simbolica frase nel match più importante dell’anno.

Ma nelle ultime ore, qualcosa è andato storto. Qualcosa che non attiene al calcio sano, alla passione di una tifoseria, all’amore vero e puro mostrato da migliaia di cittadini per la propria città. Qualcosa che in questo Stato avviene da sempre e cioè l’interferenza, l’abuso di potere, il negare dei diritti inalienabili, lo scavalcare la volontà ed il pensiero degli uomini liberi, quando qualcuno “potente” è infastidito, disturbato o vede minacciata la propria immagine dalla libertà altrui. E dalla verità. E così, la Lega Pro commette una clamorosa retromarcia, ammettendo di aver giudicato la situazione con troppa superficialità e poca attenzione, dopo essersi resa conto della “natura politica” dello slogan, iniziativa espressamente vietata dalla Circolare di Lega Pro n.6 del 1 Luglio 2011. Addirittura la Lega Pro ammette di aver cambiato idea grazie a diverse “segnalazioni ricevute”, che han portato la stessa a verificare come quello stesso slogan fosse stato usato nel passato in manifestazioni ed eventi politici, per denunciare l’inquinamento della grande industria (leggi Ilva). Per questo la Lega “senza alcun indugio” ha revocato l’autorizzazione perché, come affermato dal direttore generale della Lega Pro Francesco Ghirelli, “il nostro compito é di vigilare affinché sulla maglia non si introducano messaggi che rompano il senso di unitarietà e di rispetto per tutti i tifosi, maggioranza e minoranze debbono essere non messe in una condizione di disagio o ancor peggio di non condivisione del messaggio non sportivo”.

Ci piacerebbe chiedere al direttore generale della Lega Pro Francesco Ghirelli, cosa conosce della città di Taranto. Cosa sa dell’unità o meno dei suoi cittadini, della condivisione o meno che ci può essere dietro uno slogan del genere. Così come ci piacerebbe sapere da chi sono giunte queste segnalazioni. Chi ha fatto pressione affinché fosse presa una decisione del genere. La Lega, così solerte a non offendere la sensibilità di un’intera comunità, dovrebbe avere il coraggio di fare nomi e cognomi, invece che trincerarsi dietro un moralismo francamente stucchevole.

Chiudiamo ricordando ai signori della Lega, alle nostre istituzioni ancora una volta scandalosamente silenti e ai buontemponi che hanno esercitato le su citate pressioni, che l’articolo 21 della Costituzione Italiana garantisce che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. E se davvero pensate basterà l’uso della forza e del potere per fermare la libera circolazione del pensiero tra i tarantini e il flusso di amore che batte nei cuori dei tifosi rossoblù, sarete clamorosamente sconfitti dagli eventi della Storia. “Per mari avversi sempre navigheremo. Fino all’ultimo respiro”. 

Gianmario Leone

g.leone@tarantoggi.it

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