La mia soddisfazione, seppur amara, vista la delicatezza dell’argomento che riguarda risvolti penali, e richiama problemi sanitari, ambientali e lavorativi, risiede nel fatto che tanti giovani hanno, molto meglio degli adulti, recepito che una industria di quella dimensione, con quelle caratteristiche di impianti e così vicina alla città, i cui camini emettono sostanze di ogni tipo nelle finestre degli abitanti dei Tamburi, oltre che nell’ambiente circostante, non potrà mai essere ecocompatibile; come sempre ho riferito. E’ necessario che i futuri amministratori di ogni istituzione, e gli attuali, si prodighino a realizzare sul territorio ionico alternative economiche e lavorative alle industrie inquinanti e siano finalmente capaci di evitare la fuga dei nostri migliori cervelli lontano dal luogo di origine, ma ancor più siano meno ipocriti quando si rivolgono ai giovani, fingendo di ascoltare le loro istanze, ed invece restando sordi alle loro richieste di futuro possibile da vivere in una realtà come Taranto, ad oggi Sito d’Interesse Nazionale.
Io continuerò a fare del mio meglio, perché ci credo fortemente in questa possibilità di salvezza, di riscatto, rincuorato proprio dai cori dei manifestanti, “noi vogliamo vivere”, che reclamano giustificate esigenze di tutela della salute e del bene vita. Si apra la stagione della programmazione e piena realizzazione di progetti che utilizzino i fondi comunitari, diretti e indiretti, per creare lavoro nell’area ionica, rispettando la vocazione territoriale, almeno così eviteremo anche figuracce con l’Europa che ci consente di usufruire di una grande disponibilità economica se solo sapessimo sfruttarla. Che tali progetti prevedano economia e lavoro in alternativa alla produzione industriale dell’acciaio, in alternativa al raddoppio di produzione da energie da petrolio, o similari; è dal Sud che dipende la ripresa della nazione, solo se il SUD e quindi anche Taranto sarà valorizzata per le sue potenzialità aeroportuali, turistiche e culturali.
Fa specie, invece, sapere che il presidente Vendola, insieme al presidente della Provincia ed al sindaco Stefano, abbia in animo di iniziare il lavoro sulle bonifiche della città, ipotizzando la possibilità di percepire una provvista finanziaria tramite il Governo centrale; anche un cittadino poco addentro a qualsiasi materia ambientale sa che per poter ripulire un luogo da sporcizia, come da inquinanti, occorre prima eliminare definitivamente le fonti principali di inquinamento. E comunque a detta di dirigenti di Arpa Puglia persino disinquinare Mar Piccolo potrebbe risultare un’opera irrealizzabile, oltre che economicamente dispendiosa; di quali bonifiche, allora, stiamo parlando?
Comunicato stampa di Patrizio Mazza, consigliere regionale Idv
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