ROMA – Ha già raccolto più di settemila adesioni in meno di una settimana la campagna
banditidelclima.org lanciata da Greenpeace per protestare contro il foglio di via obbligatorio imposto a Salvatore Barbera, responsabile campagna Energia e Clima dell’associazione, con divieto di ritorno nel comune di Roma per due anni. Per aver preso parte a un’azione pacifica, in difesa del clima, davanti a Palazzo Chigi, a Barbera è stato imposto dal Questore lo stesso trattamento riservato alle persone pericolose, moleste o dedite a traffici illeciti delittuosi.
“Dopo 47 giorni, il provvedimento non è stato ancora ritirato. Trattare un attivista di Greenpeace come fosse un mafioso è inaccettabile. Mentre vanno avanti le pratiche per il ricorso presentato al Tar, abbiamo chiesto alla nostra community – spiega Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia – di denunciare con noi quest’ingiustizia, mettendoci la propria faccia su www.banditidelclima.org.”
La campagna
banditidelclima.org punta a “localizzare” migliaia di banditi del clima, utilizzando soprattutto la potenza virale di Facebook e Twitter. Compilando il form presente sul sito, gli utenti possono caricare una foto e aggiungere la propria faccia a quella degli altri banditi. Intanto arrivano anche le prime adesioni vip, come quella di Irene Grandi, Piotta e Johnny Palomba.
“Quando i politici non assumono impegni concreti a difesa del clima, denunciare gli impatti dei cambiamenti climatici diventa un dovere, un atto di responsabilità civile e non un atto criminale. I cambiamenti climatici – continua Onufrio – rappresentano un problema globale e possono essere affrontati solo attraverso un confronto democratico. È inammissibile bandire un attivista che ha manifestato in modo pacifico e per di più quando c’è in ballo il futuro del Pianeta”.