Il 28 ottobre scorso, infatti, il Comitato di coordinamento per l’accordo Puglia – Basilicata ha deciso di ridurre dal prossimo anno il costo dell’acqua per l’uso agricolo del 25 % e di aumentare quello per l’uso industriale nella misura del 250 % per il 2012, del 400 % per il 2013 e del 500 % per il 2014. Le variazioni stabilite riguardano le imprese agricole ed industriali che utilizzano la risorsa prelevata dalla Regione Basilicata, calcolate sul costo sostenuto nel 2011. La decisione assunta dal Comitato ha lo scopo di incentivare gli utilizzatori a contenere i consumi per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di tutela ambientale stabiliti dall’Unione Europea e di perseguire una politica gestionale più sostenibile delle risorse idriche attraverso le azioni di riduzione (degli sprechi e dei consumi), recupero (quantitativo e qualitativo) e riuso (quale risorsa aggiuntiva). In particolare, la crescita della componente industriale rappresenta una misura di stimolo e sollecitazione all’utilizzo di fonti di approvvigionamento idrico alternative, quali il riutilizzo delle acque reflue affinate.
“La delibera impugnata ha recepito principi sanciti – ha detto Amati – da una pluralità di precetti legislativi, che obbligano le pubbliche amministrazioni a stimolare in ogni modo il riuso delle acque. Tali intendimenti che ILVA censura, sono avvalorati dalle esigenze di risparmio di una risorsa in esaurimento, che tutti abbiamo il dovere di preservare per le future generazioni ed anche per noi stessi, se solo si consideri che stiamo vivendo in pieno stato di pre allerta per la siccità incombente. Inoltre: ILVA non considera che la delibera su cui invoca l’annullamento, accoglie le richieste plurime e continuative dell’intero mondo agricolo, ed in particolare quello tarantino, che in più riprese ci aveva proposto di assumere iniziative per conseguire la riduzione della tariffa. È di tutta evidenza che difenderemo con la solita determinazione la bontà della delibera impugnata, in tutte le sedi e i gradi che la giurisdizione consente. In questo senso, chiedo agli enti locali (Comune e Provincia di Taranto), alle associazioni ambientaliste, ai sindacati confederali e di categoria ed ai consumatori, di intervenire ad opponendum nel giudizio, per far sentire la voce unanime dei Cittadini pugliesi anche nella sede giurisdizionale”.
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