Ridotto valore patrimoniale degli immobili, i cittadini dei Tamburi chiedono i danni all’Ilva. Udienza rinviata al 22 maggio

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TARANTO – L’interesse dei media, anche oggi, è tutto concentrato sul Processo Scazzi. Il viavai di giornalisti e semplici cittadini dall’Aula Alessandrini continua a testimoniarlo. Solo una settimana fa, un gruppo di ragazzi (Amazza che piazza) aveva organizzato una protesta issando uno striscione con un messaggio eloquente rivolto ai cronisti accorsi da tutta Italia: “Sulla morte di Sarah avete speculato, ma del nostro inquinamento non avete mai parlato”.

Questa mattina, però, in un’altra aula del Tribunale di Taranto, ben lontana dai riflettori, era convocata l’udienza relativa al procedimento che vede sotto processo Emilio Riva per la denuncia di tre abitanti del quartiere Tamburi. Con il decreto di citazione a giudizio erano stati contestati due reati: l’immissione nell’ambiente di fumi e polveri e il deturpamento e l’imbrattamento di cose altrui.

«L’udienza è stata rinviata al prossimo 22 maggio – ci dice l’avv. Aldo Condemi, dopo aver lasciato l’aula insieme al collega Vincenzo Monteforte, con cui assiste gli inquilini costituitisi parte civile – il procedimento va avanti per quanto riguarda l’inquinamento dovuto all’immissione di pulviscolo ferroso dal parco minerali, mentre l’ipotesi di reato relativa al getto di cose pericolose è stato stralciato».

Condemi ricorda l’esistenza di un altro procedimento, il cui iter risulta più lento, che fa seguito ad un esposto presentato da un gruppo molto più consistente di cittadini del quartiere Tamburi:  ben 148. Anch’essi, come gli altri tre, chiedono i danni per il ridotto valore patrimoniale degli immobili in cui vivono. La causa è stata affidata al Sostituto Procuratore Giovanna Cannarile.

«Ogni giorno, sulle case dei Tamburi, piovono 50 tonnellate di pulviscolo ferroso che danneggiano l’ambiente e quindi anche gli stabili – sottolinea Condemi – chi vorrebbe mai acquistare un appartamento in edifici ridotti in quelle condizioni? Ciò riduce fortemente il loro valore patrimoniale. Le indagini, ormai concluse, sono state condotte dalla dott.ssa Cannarile che si è avvalsa delle perizie di persone molto qualificate (esperti dell’Asl e liberi professionisti), i quali hanno accertato la sussistenza di questa immissione di pulviscolo ferroso. Ora la Cannarile dovrebbe emettere gli avvisi nei confronti di Riva e Capogrosso, direttore dello stabilimento, quali responsabili».  

Non saranno procedimenti “mediaticamente suggestivi” quanto il Processo sull’omicidio di Sarah Scazzi, ma noi continueremo a seguirli con estremo interesse.

Alessandra Congedo

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