Diossina, Mazza risponde a Vendola: «E’ stato fatto solo un passo avanti»
Nota del consigliere regionale dell’Idv Patrizio Mazza in merito alle dichiarazioni del presidente Vendola circa le emissioni di diossina Ilva.
“Che la legge regionale antidiossina sia stato un passo avanti per la regione Puglia per incidere nel controllo delle emissioni inquinanti, delle sole diossine, non vi è dubbio; ma da qui a dire che l’industria pesante è diventata ormai ecocompatibile e conseguentemente accettabile per un progetto di sviluppo futuro sostenibile a favore delle nuove generazioni ce ne passa!
Accade che a Taranto vengono diagnosticati tumori devastanti ed inusuali proprio per l’età in cui si manifestano, come quello da me conosciuto di una ragazza di poco più di 30 anni, che abita ai Tamburi, ammalatasi di una grave forma di mieloma, che scientificamente si riscontra quasi esclusivamente nella terza età. Accade che, sebbene anche il fratello abbia manifestato tale malattia morendo a soli 48 anni, posso permettermi di affermare che non si può certo parlare di famigliarità della malattia visto e considerato che i relativi genitori sono vivi e vegeti. Accade, quindi, che il nocciolo della questione risiede nel fatto che i suddetti ragazzi sono nati sotto le ciminiere della grande industria, come per buona parte degli abitanti dei Tamburi, e che la genetica se costantemente insidiata dagli inquinanti di cui l’ambiente è intriso manifesta il cosiddetto danno genotossico.
Non mi si dica che la diossina è drasticamente calata, quando per bocca di tecnici dell’ARPA apprendiamo che il rilevamento sulle ciminiere si verifica quando gli impianti sono in minor produzione. Ecco perché chiedo di fare i rilievi quando gli impianti, come si può notare in reiterate notti, soprattutto nei week end e prefestivi, lavorano a pieno regime, come del resto suggerito nella mia proposta di legge sanitaria“Prevenzione della incidenza di tumori da inquinanti industriali”, presentata l’anno scorso e fino ad oggi mai discussa in regione; e preciso che i risultati di cui si discute sono riferiti alle sole diossine, mentre vorrei proprio sapere gli ulteriori inquinanti dove finiscono oltre che nell’aria.
Reputo che se si crede alle affermazioni di ridotto inquinamento si deve avere il coraggio di dire che si può riprendere la produzione di mitili nel primo seno del Mar Piccolo, altrimenti è un controsenso dire che c’è una forte riduzione delle emissioni e dall’altro dire che i mitili non si possono coltivare per eccesso di diossina; come lo spieghiamo altrimenti alla gente che il risultato stride con l’attualità delle cose?
Se la grande industria creasse uno sviluppo reale con economia in progressione e con prospettive di lavoro variegato per i giovani, forse il ‘rischio di ammalarsi’ avrebbe un senso, non etico, non logico, a mio parere non giustificabile, eppure risponderebbe, come mi dicono taluni personaggi eruditi, a delle leggi economiche, ma così non è! Infatti, assistiamo ad un progressivo impoverimento e perdita di possibilità di lavoro e sviluppo per molti altri settori e comparti produttivi.
Sarebbe meglio se il Presidente della Puglia iniziasse a prestare più attenzione alla economia reale di questa provincia ionica, rappresentata: da un agroalimentare ormai in crisi, anche per merito della grande industria, dalla zootecnia ormai inesistente per via dell’abbattimento di tutti i capi di ovini e caprini contaminati da diossina, e per finire dalla mitilicoltura, un tempo nostro fiore all’occhiello, attualmente in fermo tecnico sanitario. Stiamo difendendo gli ulivi monumentali con legge regionale ma non incentiviamo il futuro dell’ulivo nell’area ionica. Se ponessimo più attenzione ai controsensi e facessimo meno ricorso al potere surrettizio della politica sicuramente renderemmo un servizio migliore alle generazioni future”.