Sconto Ici all’Ilva, Taranto Futura continua la battaglia contro l’accordo voluto dal Comune
TARANTO – E’ iniziata alle 12.45 ed è terminata dopo circa un’ora l’udienza in programma ieri mattina nella sede della Commissione Tributaria Provinciale. Sul tavolo una questione spinosa: la conciliazione giudiziale tra il Comune di Taranto e l’Ilva sul pagamento dell’Ici relativa al periodo compreso tra il 2003 e il 2006. Un accordo che ha portato al pagamento di circa 5,5 milioni, invece dei 9 previsti.
Contro la conciliazione che ha fatto risparmiare al siderurgico circa 4 milioni di euro è intervenuto l’avvocato Nicola Russo, il quale ha presentato istanza di intervento volontario sia nella veste di singolo cittadino che di presidente del comitato Taranto Futura.
Davanti alla commissione presieduta dal giudice Giulio Fischetti, all’interno dell’aula A, sezione prima, c’erano anche gli avvocati del Comune e dello stabilimento, determinati a difendere la legittimità dell’accordo. Non sono mancati momenti di tensione quando l’avvocato Russo ha snocciolato una serie di presunte irregolarità.
«Il sindaco Stefàno non poteva decidere su questa conciliazione senza chiedere l’autorizzazione della Giunta – ha dichiarato il presidente di Taranto Futura a margine dell’udienza – avrebbe fatto meglio a chiedere tutte le somme per intero e utilizzare quei 4 milioni a favore dei mitilicoltori e degli studenti universitari tarantini».
Sin dalle prime battute si è capito che l’udienza sarebbe stata calda. Gli avvocati dell’Ilva e del Comune si sono trovati d’accordo nel rifiutare il contraddittorio con Russo considerando l’intervento di Taranto Futura inammissibile e ritenendo inevitabile il procedimento di estinzione del giudizio. Per loro, quindi, con il pagamento delle somme pattuite è venuta meno la materia del contendere.
Di diverso avviso, invece, l’avvocato Russo, che appellandosi al principio di sussidiarietà, previsto dall’art. 118 della Costituzione, è intervenuto attraverso un’azione civica popolare. Inoltre, ha inteso intervenire in sostituzione del Comune denunciando un difetto di legittimazione nell’azione dell’ente. «L’art. 22 dello statuto dell’ente – ha sostenuto – prevede che si chieda il parere del dirigente della Direzione che ha curato l’attività amministrativa sfociata in controversia, in questo caso la dirigente della direzione Tributi. Cosa che non è stata fatta».
Il presidente di Taranto Futura ha chiesto la revoca dell’ordinanza relativa all’atto di conciliazione e la trasmissione degli atti alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica. L’avvocato del Comune Davide De Bellis ha insistito sulla inammissibilità e sull’inesistenza dell’intervento proposto da Russo. Questioni delicate su cui dovrà pronunciarsi nei prossimi giorni la Commissione Tributaria. Da segnalare, infine, che Taranto Futura ha già presentato un esposto alla Corte dei Conti.
Alessandra Congedo