Taranto, lo sport e l’ambiente – L’orgoglio di un popolo che non vuole essere svenduto
La sensibilizzazione è arrivata ben oltre i confini della provincia. Si è conclusa da pochi giorni la sobria, ma intensa, sottoscrizione che i componenti del Comitato cittadino“Taranto Redenta” invieranno al Sindaco e per conoscenza al Presidente Nazionale della Federazione di atletica. L’obiettivo finale è di contribuire affinché i cittadini possano usufruire “di fatto e a pieno” dell’unico impianto sportivo pubblico.
Come è noto, il degrado del campo è degno di una città appena bombardata. Dopo una intensa attività di sensibilizzazione espressa anche con la presenza nell’impianto dell’ex campione olimpico Pietro Mennea e gli annunciati stanziamenti della Giunta comunale, si è appresa una sorpresa: “la Cementir, una delle industrie più “ingombranti” presenti nella città, rifarà la pista di atletica ed in cambio gli verrà concesso il raddoppio”.
Riteniamo che lo sport e ancor più l’impiantistica sportiva, non sia fine a se stessa. Lo sport è educazione delle nuove generazioni al rispetto della dignità umana e dell’ambiente circostante, e quindi salute e benessere di tutti. Come si conciliano questi aspetti e valori, con il favorire l’aumento dell’industrializzazione e le sue indubbie nefaste conseguenze sulla salute, sullo sviluppo economico ed umano dei cittadini? È evidente che la vita delle future generazioni è compromessa per sempre. Siamo a favore del lavoro e dei lavoratori.
A causa della “pesante” industrializzazione, che ha privato i tarantini di un paradiso terrestre, tanti sono i lavoratori che in questi mesi hanno perso il lavoro, dagli allevatori agli oltre 800 mitilicoltori. Chi pratica ed ama lo sport sente il dovere morale di non favorire questa tendenza. Non nascondiamo che in questa opera di sensibilizzazione, vi siano stati genitori, professori di educazione fisica o medici che, addirittura, nella rassegnazione più totale, sarebbero disposti ad accettare questo “ricatto” pur di avere un luogo pubblico per praticare lo sport, … ma quale sport?
Per fortuna tanti sono stati coloro che hanno sentito l’esigenza di aderire a questa sottoscrizione. Si è arrivati a sfiorare le mille adesioni (circa 700 firme cartacee e 220 contatti al social network). Oltre la popolazione tarantina, hanno condiviso l’intento anche fuori provincia atleti di livello nazionale di categoria, uno per tutti Ugo Sansonetti (già sindaco di Mottola negli anni ‘50) primatista e campione del mondo di quasi 93 anni, ed altri campioni europei ed italiani. Inoltre hanno firmato dirigenti nazionali, regionali e provinciali della federazione di Atletica.
Consiglieri comunali di capoluoghi di provincia come Taranto, La Spezia, Roma e Firenze. Ma vi sono anche personalità del mondo dello spettacolo come, uno fra tutti, il famoso Leonardo De Amicis, direttore d’orchestra del festival di San Remo e del programma condotto da Antonella Clerici, che ha espresso desiderio di ritornare a Taranto città che ama. Tra gli aderenti al gruppo di facebook non poteva mancare Pietro Mennea. Diversi avvocati, anche romani esperti di diritto sportivo, proporrebbero l’iniziativa di una “class-action” a favore dello sport e della salute dei tarantini.
Riteniamo un successo l’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, ma speriamo lo sia anche nei confronti dei politici. Mentre si svolgeva tale attività è arrivata la risposta all’interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Zacchera (come al solito non tarantino). Il ministro dello Sport, nella risposta ha constatato che: “il campo scuola risulta fatiscente per quanto riguarda le piste e le pedane, tanto che non è idoneo alla pratica sportiva agonistica”. Inoltre si ha notizia che il Comitato di Gestione, preposto fra Provveditorato, Comune e CONI, nei vari decenni “non risulta essersi mai riunito”.
Lo stesso Comune a sua volta ha risposto di aver stanziato 110.000 euro per ogni anno considerando di primo piano “lo sport e le attività sportive”. Ma vi è un fatto evidente! Manca la ordinaria manutenzione. L’erba viene tagliata casualmente, i topi attraversano la pista, i bagni rimangono sporchi per mesi interi ecc.ecc… Paradossalmente le luci che per sette anni non hanno funzionato, si diceva per un semplice corto circuito, sono improvvisamente state accese con un semplice gesto di “pressione sull’interruttore” che era chiuso a chiave. Forse per recuperare i risparmi di questi anni, inspiegabilmente da alcuni giorni i fari sono lasciati accesi di giorno e notte, anche con l’impianto chiuso, sprecando inutilmente i risparmi dei cittadini.
Ci si aspetta dal Governo, Regione e Provincia (che sta dimostrando una profonda miopia in materia), una presa di posizione a favore degli studenti e cittadini, in base a quel criterio costituzionale di sussidiarietà. Da tempo abbiamo proposto delle idee come l’adesione a progetti europei, indirizzare le risorse del C.U.S. Bari all’impianto, reperire risorse dal Credito sportivo, appena usciti dal dissesto, ecc… Inoltre, con un’altra interrogazione, lo stesso Onorevole, riferendosi a questo scambio tra “raddoppio” della Cementir e pista, ha chiesto al Ministro dell’Ambiente in che cosa consisterebbe il concetto di royalty e se è stato dato un riferimento di massima sulle compensazioni. In parole povere: “esiste un prezzo stabilito a cui un popolo si dovrebbe vendere”? Intanto, da un’intervista sul “Sole 24 ore” di oltre un anno fa, il Presidente dell’azienda Caltagirone, annunciava benefici per la Cementir per ben 12 milioni di euro l’anno.
Infine, c’è chi addirittura afferma che i nuovi impianti industriali inquinerebbero di meno. Non entriamo nel merito del sia pure importante tecnicismo, aspetto valutato molto bene dagli esponenti del movimento di Alta Marea. Ma il buon senso ci stimola alcune domande: “perché compensare e da che cosa se con il raddoppio si inquinerà di meno? Vuol dire che ad oggi si inquina di più del dovuto? La compensazione è conseguenza di quello che è stato fatto negli anni passati ai tarantini, o per quello che di non buono ci sarà? Che cosa ci sarà e cosa ci si potrà aspettare dal “raddoppio” di questa e altre industrie? Perché non raddoppiare l’Ilva e farsi rifare Taranto, se con questo meccanismo si inquina di meno e si rimborsa la città? Qual è il progetto del Campo Scuola? Come avverranno i lavori? Ci sarà una gara d’appalto? O verrà affidato alla Cementir che provvederà da sola alla realizzazione? Quale tipo di pista avremo? Sarà omologata?”
Questi ed altri, sono i dubbi che chiediamo al sindaco di svelarci. In generale, siamo estremamente convinti che se in ogni azione ci si riferisce alla “morale”, cioè al bene della persona e della comunità in cui è inserita, di conseguenza potrà arrivare anche la ricchezza economica e la qualità della vita. Dalla pura ricchezza economica, senza la morale, possono derivare compromessi, accordi spiccioli, povertà umana, peggio ancora corruzione e mancanza di libertà. Per questo auspichiamo un confronto confidando, nella sensibilità umana, professionale e politica del nostro sindaco.
Antonello Ciavarelli, Coordinatore comitato cittadino “Taranto Redenta”
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