Stroncato traffico di rifiuti speciali, Legambiente: «Bel colpo, ma c’è ancora molto da fare»
“I traffici internazionali di rifiuti plastici, soprattutto a base di polietilene, sono uno dei tratti più tipici dell’ecomafia globale –dichiara Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia– La Puglia continua a confermarsi –conclude Tarantini- la base logistica di traffici internazionali di rifiuti. I fronti caldi sono sempre i grandi porti di Bari, Brindisi e Taranto. Da qui partono flussi illegali diretti in Europa ma anche, e soprattutto, in Cina, India e Asia. Si tratta di preziose materie sottoforma di scarti prendono le vie illegali e varcano i confini alla volta di quei Paesi scelti strategicamente dalle holding criminali transnazionali, dove è alta la richiesta di questi materiali, dove le leggi sono permissive e le promesse di arricchimento alte”.
“Purtroppo” dichiara Lunetta Franco, presidente del Circolo Legambiente di Taranto, “il porto di Taranto si conferma un vero e proprio crocevia del traffico illecito di rifiuti con decine di sequestri ogni anno così come registrato nei Rapporti annuali Ecomafia realizzati da Legambiente: Va però rilevato con favore l’impegno delle forze dell’ordine per far fronte a quello che sembra un fenomeno inarrestabile.” .
Per combattere questi fenomeni Legambiente auspica una maggiore collaborazione tra gli inquirenti su scala internazionale, anche attraverso scambi di informazioni e dati di tutti gli operatori coinvolti; iniziative politiche su scala europea e internazionale per combattere più efficacemente il fenomeno, anche con interventi legislativi sul modello del delitto di organizzazione di traffico illecito di rifiuti previsto dalla legge italiana; il rafforzamento dei controlli; una forte presa di posizione da parte del mondo economico che deve condannare questo fenomeno. Per impedire che le banchine dei nostri porti si trasformino (una volta sequestrati i container pericolosi) in discariche, è necessario poi che i carichi sequestrati vengano affidati ai consorzi obbligatori e non siano lasciati “marcire” pericolosamente nei porti.
Comunicato stampa di Legambiente