“Noi in Puglia – ha detto il presidente della Regione – abbiamo avuto esperienze straordinarie che difficilmente riusciamo a raccontare nella loro semplice verità. Qualche giorno fa Arpa Puglia ha certificato che nell’ultimo monitoraggio sui camini dell’Ilva siamo a 0,2 nanogrammi per metro cubo di diossina e furani. Partivamo da dati stellari, inquietanti, 8-9-10 nanogrammi per metro cubo. Abbiamo vissuto negli scorsi mesi una polemica incandescente perché eravamo a 0,7. Comunque dati sotto a un nanogrammo per metro cubo. Abbiamo realizzato questa sfida così incredibile e controcorrente nel pieno di una crisi economica internazionale e costretto i grandi gruppi industriali qui in Puglia a fare i conti concretamente con la tutela dell’ecosfera e dell’ambiente. In questo momento, nella città di Taranto, stiamo trovando un punto di compromesso con l’Eni affinché si possa effettivamente convertire una centrale altamente inquinante quale quella elettrica a olio combustibile e contemporaneamente, mentre abbattiamo completamente le emissioni di inquinanti lesivi alla salute dei cittadini, teniamo sotto controllo le quote di CO2, i gas climalteranti che precipitano in atmosfera”.
Ed ha aggiunto: “Abbiamo cercato, parlando di acqua, aria, terra, fuoco, di riorganizzare il modello di sviluppo pugliese legandolo al tema della sostenibilità. Abbiamo avuto tanti nemici per strada, non soltanto le grandi lobby economiche industriali, che naturalmente talvolta hanno dovuto subire le nostre decisioni e le nostre leggi innovative; ma hanno combattuto e perso, perché abbiamo saputo metterci in relazione con la domanda di salute e ambiente pulito che c’è nel cuore della Puglia. Abbiamo incontrato tanti ostacoli frutto esattamente di una cultura minoritaria, rancorosa e livorosa che non si arrende neppure di fronte ai dati della realtà. C’è qualcuno che si inviperisce perché a Taranto non si sputa più diossina in atmosfera. E badate che noi non abbiamo detto che Taranto è bonificata perché dobbiamo fare i conti, oggi, con 100 anni di stratificazione di veleni in mare, in terra, in atmosfera e il ciclo delle bonifiche per Taranto come per Brindisi è davvero il futuro che ci incalza, la domanda fondamentale a cui dobbiamo rispondere come classe dirigente”.
Sempre sulla tutela e la gestione del territorio, Vendola ha dichiarato: “Abbiamo lavorato per tutelare l’ambiente rurale, la costa e i pochi corsi d’acqua. Abbiamo lavorato perché la sostenibilità fosse la politica con la quale immaginiamo la riqualificazione dei contesti urbani a partire dalle periferie. Abbiamo immaginato l’ambiente non come limite dello sviluppo ma come contenuto dello sviluppo. Abbiamo detto che il nome Ecologia non è il nome di una festa o di un convegno: per sei giorni a settimana c’è l’economia e la domenica c’è l’ecologia. Per noi l’ecologia è il nome nuovo dell’economia e in un paese che precipita nel fango. In un’Italia che è bucata, stuprata e violata, la Puglia con tante criticità e contraddizioni, grazie anche agli stimoli di un ecologismo razionale e politicamente capace di palare con interlocutori e di allargare la platea degli alleati, abbiamo cominciato un cammino e intendiamo continuarlo”.
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