Nitro-Ipa a Taranto, uno studio identifica un possibile marker dell’attività siderurgica
Si è parlato anche di Taranto nel corso di Ecomondo, la fiera dell’ecologia che si è tenuta a Rimini tra il 9 e il 12 novembre. Venerdì scorso, i riflettori sono sono stati puntati, tra le altre cose, sullo Studio di Nitro-Ipa nel particolato atmosferico della città ionica, effettuato dal “Laboratorio di Sostenibilità Ambientale” dell’Università degli Studi di Bari e da Arpa Puglia.
Durante il suo intervento, il dottor Gianluigi De Gennaro è partito da una premessa: un numero crescente di pubblicazioni conferma la cancerogenicità e tossicità degli Ipa e dei Nitro-Ipa. Lo studio ha previsto una campagna di monitoraggio di PM10, svolta tra il 23 e il 31 maggio 2011, in cinque siti: due industriali (Eni e Cementir), due sub industriali (Cimitero e Machiavelli) e uno urbano (via Alto Adige). In contemporanea sono state monitorate in continuo le concentrazioni medie orarie di Ipa totali e i principali parametri meteo.
I risultati hanno evidenziato che nel sito più prossimo all’area industriale (zona Cimitero) il 2-Nitrofluorene ha mostrato concentrazioni più alte rispetto agli altri Nitro-Ipa. Si legge nella relazione: “L’elevata concentrazione tra i composti indagati, ad eccezione del 2-Nitro-Antracene, suggerisce che i Nitro-Ipa hanno un comportamento simile in atmosfera o sono emessi da una sorgente primaria comune”.
Anche nel sito di via Machiavelli il 2-nitrofluorene è il composto a concentrazione maggiore. A tal proposito, si legge nella relazione, “è possibile ipotizzare un trasporto di Ipa e Nitro-Ipa dall’area industriale verso i due siti di monitoraggio e la diminuzione delle concentrazioni lungo l’asse di trasporto”. In due giorni, il 26 e il 29 maggio 2011, si sono registrati due picchi sia al Cimitero che in via Machiavelli.
Diverso il discorso per i siti Eni e Cementir. “Pur essendo nell’area industriale – è stato spiegato – presentano concentrazioni di Nitro-Ipa inferiori rispetto ai precedenti siti con un picco il 26 maggio 2011“. L’ultimo sito esaminato è quello di via Alto Adige, distante 5,5 km dall’area industriale. In questo caso, il relatore ha sottolineato che “il ridotto contributo dell’area siderurgica è confermato dai bassi livelli dei singoli Nitro-Ipa rispetto a quelli misurati nei siti prossimi all’area industriale”. In base ai risultati ottenuti dal monitoraggio, la concentrazione del 2-Nitrofluorene ” si riduce con la distanza e al variare della posizione del sito rispetto all’area siderurgica”.
Le conclusioni si rivelano estremamente interessanti: “L’analisi delle relazioni tra i valori di concentrazione di ciascun Nitro-IPA con i diversi parametri meteo ha mostrato che in presenza di una intensa sorgente emissiva vi è una diretta incidenza della direzione e dell’intensità del vento sulle concentrazioni di Nitro-IPA misurate ai siti recettori: quando la direzione del vento è tale da trasportare gli inquinanti emessi dall’area siderurgica sul sito recettore, alte concentrazioni di Nitro-IPA si registrano nel sito sotto-vento”. Ed ancora: “Lo studio delle concentrazioni dei singoli Nitro-Ipa ha permesso di identificare il 2-Nitrofluorene* come possibile marker dell’attività siderugica”.
Alessandra Congedo
* 2-Nitrofluorene: Gruppo 2 B dello IARC: possibile cancerogeno