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Discarica Vergine, AttivaLizzano: “Dopo il sequestro esigiamo i carotaggi”

TARANTO – Di recente, il 10 ottobre 2011, noi di AttivaLizzano avevamo nuovamente ribadito la necessità e l’urgenza di controlli da parte delle istituzioni competenti sui rifiuti che stavano arrivando alla discarica Vergine, per la possibile presenza di diossine, furani, pbc e pop (inquinanti organici persistenti). In quel momento i controlli apparivano più che mai necessari per via del decreto con cui il Governo centrale aveva autorizzato i gestori delle discariche a trattare direttamente il traffico dei rifiuti con la Campania e a seguito della diffida, emanata dalla Regione Puglia nei confronti delle discariche tarantine, ad accogliere i rifiuti campani.

Qualche giorno fa, il 7 novembre 2011, apprendiamo dalla stampa che i carabinieri del Noe Lecce, coadiuvati dal Comando della Polizia Provinciale di Taranto, al termine dell’attività ispettiva, hanno apposto i sigilli alla discarica per rifiuti speciali gestita dalla Vergine S.p.A. sita in località Palombara. I sigilli sono scattati, su provvedimento emesso dal Procuratore della Repubblica aggiunto, Pietro Argentino, del Tribunale di Taranto. Al rappresentante legale della società Vergine S.r.l., proprietaria della discarica controllata, è stato notificato il decreto di sequestro preventivo emesso dal Pubblico Ministero per motivi di urgenza a seguito di una serie di accertamenti finalizzati alla verifica dei requisiti previsti dalla legge.

La discarica sequestrata è stata affidata in custodia amministrativa a Nicola Bruni con il compito, anche, di proseguire l’attività nel rispetto delle autorizzazioni e salvaguardare l’attività dei lavoratori occupati presso la discarica.Soltanto nel corso dell’ultimo anno questo risulta già il terzo controllo che rileva anomalie nella gestione della discarica. Ricordiamo che l’11 gennaio 2011 un controllo dell’Arpa e della Polizia Provinciale ha rilevato la lacerazione di alcuni sacchi e la presenza di dreno di rifiuti tossico-nocivi, precedentemente abbancati e lasciati scoperti. Il dreno, non autorizzato, era di notevoli dimensioni 10 mt x 15 mt x 4mt di altezza per il quale sono stati rimossi circa 600m³, corrispondenti a circa 100 autocompattatori).

Qualche mese prima, il 4 ottobre 2010 la Regione Puglia aveva formalmente invitato i gestori ad adottare ogni opportuno accorgimento finalizzato alla corretta gestione dell’impianto per scongiurare ogni possibile pregiudizio alle matrici ambientali e per minimizzare i disagi derivanti dagli impatti odorigeni dopo il sopralluogo del 2 ottobre 2010 in cui l’Arpa aveva riscontrato la presenza di rifiuti scoperti.

Alla luce di questo ennesimo evento giudiziario che coinvolge la discarica Vergine spa, esigiamo tutti i controlli necessari a verificare lo stato del territorio della stessa con carotaggi nelle vasche attive e in quelle dismesse, al fine di valutare correttamente lo stato delle impermeabilizzazioni e la composizione di tutto ciò che è stato ed è conferito; chiediamo le analisi del percolato a spese dei gestori della discarica per togliere ogni dubbio sulla non conformità della barriera di confinamento alle disposizioni del Dlgs. 36/2003; reclamiamo le analisi delle acque delle falde acquifere e i monitoraggi costanti sulle emissioni gassose. Non va dimenticato che la storia, anche recente, della discarica Vergine spa annovera almeno tre inchieste in parte già concluse con l’accertamento di illeciti da parte della ditta. Questo fa temere una prosecuzione di tali condotte illegali.

Nel 2003, la discarica Vergine “Mennole” e la Ecolevante di Grottaglie sono state coinvolte nell’inchiesta giudiziaria “El Dorado” che ha accertato un traffico illegale di rifiuti tra la Campania, la Lombardia, l’Emilia Romagna e la Puglia, destinazione finale delle balle di immondizia. Il sistema messo in piedi prevedeva complessi viaggi di carichi di rifiuti urbani di ogni tipo che dalla Campania venivano miscelati in Lombardia con rifiuti tossici e terre di spazzatura delle strade milanesi e altri materiali per passare illecitamente come rifiuti industriali non pericolosi.

Nel febbraio 2010, le discariche della ditta Vergine sono coinvolte nell’inchiesta, giudiziaria “Spiderman”, insieme alla discarica Cerratina di Lanciano. Nell’ambito di questa inchiesta sono state 8 le persone arrestate e 22 quelle indagate per smaltimento irregolare di rifiuti speciali. I rifiuti venivano conferiti nelle discariche, senza essere trattati, falsificando analisi e documenti con l’ausilio di chimici e dipendenti conniventi. I rifiuti in questione erano vernici, residui di lavorazioni industriali e stracci intrisi di sostanze chimiche.Nel Giugno 2010 la discarica Vergine è coinvolta nell’inchiesta “Ragnatela” della procura di Napoli e poi di Macerata.

L’inchiesta riguarda un traffico di rifiuti pericolosi, compresi scarti e fanghi della raffineria di Gela, che secondo gli investigatori sarebbero stati smaltiti illegalmente fra il 2005 e il 2009, accompagnati da formulari e certificati falsificati; gli scarti, provenienti in genere dal centro-sud (anche da aziende multiservizi di Roma e Colleferro) erano diretti in discariche di diverse regioni d’Italia tra le quali la discarica Vergine di Lizzano, per essere smaltiti dopo essere transitati nell’impianto di Corridonia per un trattamento che, in realtà, non veniva mai effettuato.

Facciamo appello alla coscienza umana ed etica di quanti sono istituzionalmente preposti al controllo e al giudizio su questo problema, chiediamo di non dimenticare che gli illeciti in questo campo hanno una ricaduta drammatica sulla collettività mettendo seriamente in pericolo la salute delle comunità che risiedono nelle zone limitrofe alla discarica, come quella di Lizzano e compromettendo definitivamente lo sviluppo futuro del territorio. Gli interessi dei cittadini si possono difendere soltanto garantendo controlli scrupolosi e frequenti a salvaguardia della salute e del territorio.Il nostro unico augurio è che il nostro piccolo paese possa avere nel turismo e nell’agricoltura la speranza di un progresso economico, e che lo sviluppo, già compromesso dalla discarica, non completamente negato con un ampliamento della stessa che già è annoverata fra le più grandi d’Europa.

Comunicato stampa AttivaLizzano

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