La novità di questa edizione è che le aziende vengono anche valutate per le emissioni di gas serra prodotte dall’intera catena produttiva; dalle materie prime dei singoli componenti alla produzione, fino alla fase di recupero a fine-vita dei prodotti, nonché per l’impegno a utilizzare energia da fonti rinnovabili.
«Molte aziende hanno già accettato di mettere al bando le sostanze chimiche più pericolose. Ora chiediamo loro di migliorare sul piano dell’approvvigionamento dei minerali necessari e di gestire i consumi energetici con criteri di maggiore efficienza lungo tutta la filiera» commenta Salvatore Barbera, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia.
«HP arriva in testa alla classifica con ottime performance sulla misurazione e riduzione delle emissioni di CO2 nella scelta delle materie prime e nella produzione e sostenendo una legislazione più ambiziosa in materia di salvaguardia del clima. Tuttavia ognuna delle aziende incluse nella nostra classifica mostra ampi margini di miglioramento su questi parametri e per ciascuna vi è l’opportunità di esprimere in futuro una reale leadership nel contenere gli impatti sul clima» conclude Barbera.
L’azienda produttrice di computer Dell arriva seconda, ma con un balzo in avanti di 10 posizioni rispetto all’ultima classifica. Dell ottiene una buona performance per avere i target climatici più ambiziosi: ridurre del 40% le proprie emissioni da qui al 2015. Dopo due anni al top della classifica, Nokia è invece scivolata dal primo al terzo posto, principalmente a causa di deboli performance sul fronte dell’uso di energie pulite. La Research in Motion (RIM), azienda produttrice dei telefoni BlackBerry, viene classificata per la prima volta ma si piazza in fondo alla classifica, soprattutto a causa dell’incompletezza e poca trasparenza nella documentazione delle sue performance ambientali.
I nuovi criteri di valutazione introdotti nella Eco-guida ai prodotti elettronici si basano sulla possibilità di creare un’industria elettronica davvero sostenibile. I prodotti elettronici prevedono un impiego intenso di energia e materie prime: la nuova guida mostra come le aziende dell’IT possano fare da apripista, riducendo i propri consumi energetici e utilizzando il loro peso industriale a sostegno di una legislazione più ambiziosa in materia di energia verde.
Comunicato stampa di Greenpeace
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