La via indicata dal dottor Mazza (Idv): valorizzare ciò che nel territorio è ben radicato

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Riportiamo una nota del consigliere regionale Patrizio Mazza (Idv).

In relazione all’incontro pubblico organizzato dall’Italia dei Valori a Taranto questo pomeriggio, alle ore 17,  al salone della provincia, dal titolo “Economia Lavoro e Sviluppo Sostenibile” penso che nel rispetto di quanto dal partito sempre perseguito bisogna soprattutto “valorizzare ciò che nel territorio è ben radicato, rappresentandone l’elemento distintivo e caratterizzante”.

Quando parliamo di territorio di Taranto e zone circostanti vedo tre cose fondamentalmente caratterizzanti per coniugare lavoro ad economia: la prima è il mare con tutta l’economia che può esprimere sia mediante la portualità per posizione strategica nel grande golfo ionico, sia mediante la valorizzazione della mitilicoltura, dell’itticoltura, e molluschicoltura. Si potrebbe parlare all’infinito di una tradizione, quella della pesca, che si tramanda dai secoli e che ha reso le cozze tarantine rinomate in tutto il mondo.

L’altra peculiarità del territorio ionico è stata sempre rappresentata dalle bontà dell’agroalimentare spaziando dai prodotti dell’agricoltura con i suoi cavalli di battaglia: ulivi, uva e agrumi, pregiato vino, fino al settore caseario e della zootecnia. L’agricoltura, un tempo florida, per la produzione di prodotti di qualità esportati in tutto il mondo ha perso sempre più valore e capacità nel recente periodo tanto che assistiamo all’abbandono delle coltivazioni e alla perdita di immensi terreni o in aste giudiziarie dalla dubbia legittimità o perché i campi risultano più redditizi perché votati al fotovoltaico selvaggio.

Per finire penso al connubio di mare terra e sole che hanno caratterizzato il territorio come “paesaggio mediterraneo magno greco” e pertanto penso alla vera vocazione di Taranto:” turistico – culturale” quella che dalla sua nascita ad oggi bisognava esaltare con ogni mezzo e su cui ogni risorsa comunitaria e regionale doveva e dovrebbe essere dirottata. Tutto ciò se corredato da Aeroporto di Grottaglie funzionante e porticcioli turistici allocati strategicamente sulla nostra costa, renderebbe Taranto e la sua provincia meta di interesse, il più svariato: economico, internazionale, turistico, culturale, universitario, sportivo.

Non finirò mai di essere ripetitivo quando dico che la grande industria non è parte della tradizione dell’area ionica – tarantina. Le industrie presenti sul territorio e che perseguono l’obiettivo sfrenato dei raddoppi e dell’aumento di produzione, nonché dell’incremento dei profitti di pochi, quindi di incremento degli inquinanti creano un’economia di “sussistenza” di sola “massa stipendiale” dispersa nelle innumerevoli spese che ogni famiglia affronta e tra queste molto spesso spese medico sanitarie per via delle conseguenze dovute all’inquinamento.

Quando vogliamo progettare un’economia per Taranto e la sua provincia ALTERNATIVA, capace di garantire un lavoro più dignitoso e sicuro per tutta la popolazione sia quella impegnata nelle industrie attualmente presenti che quella che riempie le liste dei disoccupati? Quando vogliamo tracciare un futuro diverso, responsabile per tutti quei giovani che fuggono da Taranto e la provincia alimentando i cortei degli Indignati e dei precari, nella migliore delle ipotesi?

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