di ALESSANDRA CAVALLARO
La cronaca e la poesia. Liberté, il libro di Fulvio Colucci e Roberta Trani, a suo modo, soverchia regole non scritte perché compone musica tra fonemi e fotografie. Non basta esserci, partecipare, bisogna fermare una smorfia, aggrapparsi per un braccio alla storia. E soprattutto saperla raccontare. Con gli occhi del cronista e l’ardire di chi non vuole dimenticare. A Bari, nella libreria Feltrinelli, uno sguardo al volume (Il Grillo Editore, introduzione di Pino Scaccia) del giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno e della giovane studentessa appassionata di fotografia. Moderatore Ivan Cimmarusti, cronista barese dell’Unità.
Il libro nasce nei giorni caldi della Tendopoli di Manduria, il Cai allestito in fretta e furia a fine marzo nell’ex aeroporto militare sulla strada che conduce ad Oria (Br), per ospitare i migranti africani. Tutti in partenza da Lampedusa, tremila a scaglioni solo nella prima fase dell’emergenza, per alleggerire le tensioni sull’isola. Un viaggio in mare, il secondo dopo quello tormentato dall’Africa in lotta, l’approdo sulla costa pugliese, poi come un pacco scaricato a destinazione, l’arrivo nel campo di accoglienza immigrati.
Un campo sorvegliato, ma tecnicamente “a porte aperte”, che permetteva l’implosione del caldo emotivo e, vista la natura giuridica anomala per l’Italia, della fuga di massa. Era il 2 aprile, le 18 circa. Al grido “Liberté” poco più di 600 immigrati sfondano le reti di recisione e si riversano in massa per le strade, nelle campagne, arrivano nei paesi. E’ in queste ore che lavorano con una macchina fotografica ed un taccuino di ultima generazione Roberta e Fulvio.
Documentano tutto, sfocando, rincorrendo, annotando, permettendo agli eventi di cambiare l’abito del pregiudizio. Anche la loro è una corsa, per acciuffare un volto, una ruga, la malinconia. Un volo leggero scritto con parole in bianco e nero. Il libro parla di fatti accaduti e li riconosegna al tempo in una veste non intorpidita dalla cronaca pura ma piuttosto ragionati e rimodellati sul melting pot maturato a Manduria. Contaminazioni salentine ed africane, persone e similitudini, vicini di casa senza saperlo, uniti da terra e sabbia.
Amor vincit omnia. Il dramma dell’uomo che trova pace nella musica. La stessa sottesa tra parole e immagini e che dirige le 94 pagine di Fulvio e Roberta. “Liberté” è un libro che strattona lo stomaco, ma alla fine rasserena e ricongiunge l’inquietudine di una difficile prima lettura alla sopravvivenza della dignità.
N.B. Fino al 28 ottobre la libreria Feltrinelli di Bari ospita anche una mostra dedicata a Libertè, fotografie e didascalie, un assaggio del libro.
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