Il dottor Mazza (Idv): «Il cittadino ha più bisogno di tutela della salute che di ospedale»
“C’è più bisogno di tutela della salute che di ospedale! E la teoria dell’ospedalocentrismo, che ancora oggi qualcuno difende, ha risposto più alle esigenze della politica che alle esigenze della gente – è la dichiarazione contenuta in un comunicato stampa del dottor Patrizio Mazza, consigliere regionale dell’Idv – si è creata, nel corso del tempo, la forma mentis che l’ospedale sia la panacea di ogni esigenza o problema medico sanitario, rappresentando una vera fortuna se distante pochi chilometri da casa, pur con tutte le sue inefficienze, pur con tutti gli sprechi in esso insiti. Eppure quanti reparti sono nati per compiacere la politica? E quanti sprechi, appalti, forniture o cure inappropriate hanno rappresentato fino ai giorni nostri un fallimento di risposta sanitaria al cittadino? Il tutto in un’ evoluzione di sanità costruita non su dati di fatto epidemiologici ma purtroppo basata su “finti bisogni medico/sanitari” al servizio della politica più bieca.
Ad esempio prima si nasceva a casa e l’ospedale era l’eccezione a differenza di quanto accade oggi. Se vogliamo per questa esigenza l’ospedale rappresenta un eccesso di sanità! E considerando pertanto i dati che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ci fornisce abbiamo che : il 18% è lecito che siano parti cesarei ed il resto che siano parti naturali, abbiamo che in Italia la media nazionale di nascite in ospedale con parto cesareo è del 28% mentre nelle Puglia la media è 39%; una percentuale decisamente elevata che rappresenta un ‘bisogno’ infondato, e la stessa considerazione vale per le protesi, per reparti di ortopedia, per cardiochirurgia e via di seguito. La ‘domanda di salute’ resta uguale nel tempo, ma a questa non sempre si è risposto, infatti l’ospedalocentrismo non è stato un risultato efficace.
Efficienza in sanità ed efficacia sono due principi che si compenetrano e proprio esaminando il piano regionale della salute del 2008/2010 si legge che ci deve essere ‘libero accesso del cittadino ai luoghi, e partecipazione alla scelta delle modalità di cura’ ma tale principio lo reputo tradito perché il cittadino è comunque vincolato ad una struttura, ed al personale di quella struttura ove si reca, ragione per cui viene da sé che non vi è libertà nel soddisfacimento di bisogno di sanità. Medesime conclusioni si traggono nell’esame di tutti i punti successivi del PRS , da quello della economicità, alla liberazione delle risorse, della situazione di organizzazione adeguata, etc ,in pratica sono stati traditi tutti i principi da qualunque piano sanitario fatto in questa regione negli ultimi 20anni e sento di dire che l’unico punto che forse ha funzionato è quello della cittadinanza attiva, cioè della possibilità di protesta dei cittadini che lamentano le loro problematiche nell’ambito medico sanitario.
Sto predisponendo una bozza di proposta di legge con il partito in cui reputo opportuno liberalizzare l’assistenza, che non deve assurgere a problema di medicina privata o pubblica, l’assistenza deve essere appannaggio del cittadino , adeguata al sistema sanitario nazionale, quindi deve prevedere convenzioni con quest’ultimo rispondendo all’esigenza di medicina pubblica.
Reputo che bisogna liberalizzare il diritto di scelta del cittadino, supportato dal medico di famiglia, quindi il cittadino deve poter scegliere chi lo deve curare, in convenzione, sia fuori che dentro l’ospedale; solo così porteremmo il medico a riassumersi le responsabilità di cura del cittadino, infatti il problema maggiore non è neanche politico ma risiede nella perdita di responsabilità dei soggetti che devono erogare l’assistenza ed erogare la sanità, l’ospedale non può più rappresentare una copertura nel bene come nel male.
Mentre da noi l’ospedale diventa un centro di copertura di ogni responsabilità medico-sanitaria negli USA le cartelle cliniche indicano il nome del soggetto responsabile della salute del paziente in tutto l’iter di cura.
Io auspico un sistema di questo tipo specie per la medicina specialistica, ragione per cui non sussisterebbe più per il paziente la necessità di scegliere tra un medico privato o un ospedaliero perché basterebbe convenzionare tutti i medici col sistema sanitario e tutto ciò comporterebbe efficienza e risparmio della spesa sanitaria, maggiore competizione tra i medici più bravi, migliore servizio per il cittadino”.