Com’è noto sono diversi i reati per i quali sono indagati Emilio Riva, patron dell’Ilva, Luigi Capogrosso, direttore dello stabilmento, e alcuni dirigenti: disastro colposo e doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto e sversamento di sostanze pericolose, inquinamento atmosferico.
Tra ieri e oggi, i periti si sarebbero soffermati soprattutto sulle fonti emissive, in particolare su quelle convogliate provenienti dai camini presenti in vari reparti, con la finalità di avere una descrizione precisa di tutti i sistemi di sicurezza utilizzati in caso di fenomeni anomali. E’ imporante, infatti, appurare se tutti gli interventi vengono registrati sul cartaceo o tramite sitema informatico e se sono utilizzati allarmi o spie di segnalazione.
All’incidente probatorio hanno preso parte i tecnici dell’Ilva Di Tursi, Tomassini e Archinà, l’avv. Brescia, consulente chimico nominato dall’Ilva, l’avv. Mercinelli, la dott.ssa Daniela Spera, nominata dall’avvocato Maria Teresa Mercinelli, costituitasi per conto di un allevatore, Vincenzo Fornaro, uno degli allevatori danneggiati dalla contaminazione di diossina, il consulente della Provincia di Taranto Antonio Carrozzini. Inoltre, sembra che i periti abbiano acquisito alcuni reperti organici degli animali abbattuti e custoditi in un laboratorio di Teramo. Il prossimo incontro è previsto per il 25 ottobre.
Alessandra Congedo
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