Come si ricorderà la Raffineria di Taranto era già stata oggetto di un decreto di Aia (nel maggio 2010) e, in precedenza, aveva avuto anche un parere di compatibilità ambientale relativo al progetto di integrazione di un’unita’ Hydrocracking nell’unita’ esistente, per la conversione con idrogeno dei prodotti pesanti. Il progetto di adeguamento delle strutture della Raffineria di Taranto per lo stoccaggio e la movimentazione del greggio proveniente dal giacimento Tempa Rossa consiste in diverse opere, tra cui la costruzione di un nuovo impianto pre-raffreddamento greggio Tempa Rossa e di due nuovi impianti di recupero vapori a integrazione dell’esistente, uno per la gestione dei vapori da caricamento greggio Tempa Rossa e uno per la gestione dei vapori da caricamento greggio Val d’Agri. (Fonte Agi)
Ecco cosa avevano detto gli ambientalisti di Legamjonici sul progetto Eni lo scorso 4 agosto: «Il greggio che verrà portato nella Raffineria di Taranto sarà di pessima qualità e verrà stoccato in grossi contenitori accanto a quelli attuali – aveva evidenziato Daniela Spera – la conseguenza sarà un aumento di circa l’11-12% delle emissioni diffuse e fuggitive e quindi un ulteriore impatto sulla salute dei cittadini ionici che già subiscono gli effetti cumulativi di Ilva e Cementir. Non possiamo permetterci anche questo carico inquinante. Perché il sindaco, l’Arpa, l’Asl non parlano pubblicamente di questi effetti? Ci sono omissioni da parte di tutte le autorità» (Corriere del Giorno).
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