Vietata la vendita delle cozze al Pcb. Valori oltre i limiti nel primo seno di Mar Piccolo

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TARANTO – Pcb (policlorobifenili) al di sopra dei limiti di legge nei molluschi bivalvi presenti nel 1° seno di Mar Piccolo, quello prospiciente l’area industriale. Per questo, da ieri, c’è un’ordinanza dell’Asl che, in base al principio di massimo precauzione a tutela della salute pubblica, ne vieta il prelievo e la vendita. In base alle prime stime, il provvedimento interessa circa un terzo della produzione tarantina.

La notizia, piombata a Palazzo di Città mentre il sindaco era impegnato su altri fronti, ha costretto il Comune a convocare una conferenza stampa urgente con il dottor Teodoro Ripa, direttore del Servizio Veterinario del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl, il consigliere comunale Vincenzo D’Onghia, e il presidente del Centro Ittico Tarantino Massimo Giusto.

«Su sei prelievi, effettuati lo scorso 13 giugno, cinque sono risultati al di sopra della norma per quanto concerne la somma diossina-pcb: una media di 10,5 picogrammi (al grammo) rispetto al limite di 8 previsto dalla legge. Tale valore è da attribuire al pcb  – ha spiegato il dottor Ripa – invece, per quanto riguarda la sola diossina, tutti i prelievi sono risultati in regola».

Entro quindici giorni dovrebbero arrivare i risultati di altri due prelievi effettuati il 19 luglio, che sono all’attenzione dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo. Nell’attesa, il blocco continuerà a sussistere per garantire la salute dei consumatori. Intanto, per lunedì prossimo, è convocato un Tavolo Tecnico in Regione che avrà il compito di approfondire la questione. Va detto che il monitoraggio delle acque tarantine era stato intensificato nei mesi scorsi a seguito dell’allarme lanciato dagli ambientalisti sulla contaminazione dei mitili presenti nei fondali del 1° seno di Mar Piccolo.

«In questi mesi i prelievi hanno sempre dato esiti nella norma – ha spiegato il consigliere D’Onghia  – il fatto che ora, nel 1° seno,  gli inquinanti siano risultati al di sopra del limite consentito, non deve creare un allarmismo infondato. E’ necessario avvisare i cittadini che l’acquisto dei mitili deve avvenire solo nei negozi autorizzati alla vendita».

Sull’individuazione delle fonti inquinanti sta lavorando il tavolo di concertazione che vede coinvolte anche Arpa e Cnr, con l’intento di venire a capo del fenomeno e bloccarlo. «I fattori che hanno prodotto questo innalzamento sono variabili – ha aggiunto il consigliere comunale – in questo periodo le cozze sono più grosse e assorbono più facilmente gli inquinanti. Va poi considerato l’aumento delle temperature».

Lo stesso D’Onghia ha spiegato che il pcb (inquinante legato ad attività industriali e cantieristiche) viene trasportato in acqua tramite le piogge e le falde che si riversano nel Mar Piccolo. Non è mancato, nel corso della conferenza stampa, l’intervento di un rappresentante dei mitilicoltori che ha posto un problema spinoso: «E ora chi rimborserà gli operatori del settore per questo blocco delle attività dovuto alle responsabilità di altri?».

Alessandra Congedo

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