Save Taranto, però, va oltre: «Piuttosto che soffermarsi solo sul dato numerico complessivo, riteniamo fondamentale evidenziare la relazione esistente tra tumori e fasce di età colpite, aspetto non contemplato dalla metodologia impiegata per la realizzazione del Registro tumori, e che risulta di notevole importanza per comprendere la portata del fenomeno oncologico. E’ inoltre importante, per avere un quadro dei danni alla salute statisticamente rilevante ed accertato, una raccolta dei dati per aree geografiche anche ai fini dell’individuazione del nesso ‘causa-effetto’. Infine, riteniamo assolutamente non trascurabile, la valutazione di anomale incidenze tumorali in relazione alle attività lavorative svolte. L’Inail stessa prevede, del resto, uno studio statistico-epidemiologico per l’individuazione del nesso causale, cosi’ come indicato nel D.M. 14 gennaio 2008, aggiornamento di cui all’articolo 139 del D.P.R. 1124/1965».
Save Taranto considera irrinunciabile, quindi, il ricorso alle mappe epidemiologiche come unico strumento in grado di individuare la relazione esistente tra inquinamento industriale e patologie tumorali. E in conclusione invita a far presto: «Constatiamo che il cammino verso la realizzazione definitiva del Registro tumori per il “solo triennio 2006- 2008” per l’area ionica risulta essere ancora lungo e tortuoso. Auspichiamo una decisiva accelerata».
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