Dopo il decremento di 0,3 Gt registrato tra il 2008 e il 2009 a causa della crisi finanziaria ci si aspettava una risalita, “ma non così forte” ha dichiarato al Guardian Fatih Birol, economista dell’IEA e uno dei massimi esperti mondiali in materia di emissioni. I ritmi di produzione sono tornati a crescere, soprattutto nei paesi emergenti, e con essi purtroppo le emissioni collegate. Tutto cià rende problematico il contenimento delle temperature sotto i 2 °C, considerati la soglia oltre la quale i cambiamenti climatici potranno avere, secondo gli scienziati, effetti devastanti.
Per Nicholas Stern, professore della London School of Economics e autore dello Stern Report, in cui presentava al governo inglese i conti sulle emissioni già nel 2006, mettendo insieme i dati del 2010 e le proiezioni del team di esperti sul clima dell’Onu abbiamo il 50 per cento di possibilità di raggiungere un aumento di 4 °C alla fine di questo secolo.
Un altro motivo di preoccupaziome, citato dal Guardian, sarebbe rappresentato dalla fuga dal nucleare. Non è affatto detto che la fetta di energia che non sarà più prodotta con l’atomo (in Giappone e Germania ma non solo) venga coperta dalle energie rinnovabili. Il timore è che possano rendersi necessarie nuove centrali a carbone per soddisfare il fabbisogno.Inotre non è prevista, a breve, una dismisisone delle centrali elettriche tradizionali in favore di impianti sostenibili: l’80 per cento delle centrali che saranno probilmente in uso nel 2020 sono già state costruite o in costruzione.
Mentre è di questi giorni la notizia che il Parlamento europeo ha votato una mozione per aumentare al 30 per cento i tagli alle emissioni da applicare entro il 2020, le negoziazioni guidate dall’Onu per un nuovo trattato globale sulle emissioni languono. Il prossimo incontro è fissato per la settimana prossima a Bonn ma, tanto per cambiare, gli osservatori non si aspettano dai governi un progresso decisivo.
La situazione però non è irrimediabile. Secondo Birol se i governi riuscissero finalmente a dare ascolto all’avvertimento rappresentato da questi dati inquietanti il peggio si potrebbe ancora evitare, ma servirebbero misure drastiche e urgenti. Anche perché l’aumento delle temperature è causato dalla concentrazione di CO2 in atmosfera e questa non solo non deve aumentare, ma richiede tempi lunghissimi per diminuire.
Questi i suggerimenti fornti da Birol per evitare il patatrac: tagliare le emissioni in tutti i modi possibili, promuovendo l’ottimizzazione dell’uso dell’energia (per esempio con le smart grid), investendo nelle rinnovabili e anche scardinando il legame tra aumento del Pil e innalzamento delle emissioni. Per esempio realizzando quell’efficienza promessa dalla Cina a Copenaghen: emissioni dimezzate per ogni unità di prodotto interno lordo.
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