Leggi anti-veleni: Taranto Libera pone le sue condizioni

0
Conferenza stampa Taranto libera

Indicazione della soglia di allarme, campionamento h24 delle emissioni inquinanti, controlli serrati da parte degli organi di vigilanza e applicazione di sanzioni rigorose. Sono queste alcune delle richieste avanzate dal comitato Taranto Libera nel corso dell’audizione che si è svolta lo scorso 1 dicembre presso la commissione Ambiente della Regione. Il tanto auspicato confronto tra istituzioni e associazioni ambientaliste ha avuto per oggetto due proposte di legge contro l’inquinamento, formulate a poca distanza di tempo l’una dall’altra.
La prima, avanzata dall’assessore all’ambiente, prevede misure urgenti per il contenimento dei livelli di benzo(a)pirene nell’area di Taranto. L’altra, promossa dai consiglieri regionali Cervellera e Ventricelli, contiene “norme a tutela della salute e dell’ambiente per il controllo e la regolamentazione delle emissioni industriali in atmosfera, nel terreno, nelle acque libere e di falda”.
I punti salienti del documento elaborato da Taranto Libera sono stati illustrati ieri mattina nel corso di una conferenza stampa tenuta al centro sportivo Magna Grecia. Si parte dalla richiesta di un decreto ministeriale speciale che preveda l’indicazione della “soglia d’allarme” per le emissioni inquinanti, cioè un livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per la popolazione e il cui raggiungimento impone di adottare provvedimenti immediati (anche la chiusura degli impianti in caso di superamento degli sforamenti consentiti).
Va detto, innanzitutto, che la necessità di intervenire con una nuova legge per arginare il pericolo benzo(a)pirene è emersa dopo l’entrata in vigore del decreto legislativo n. 155/2010 che ha previsto un valore obiettivo pari a 1 ng/m3, da raggiungere entro il 31 dicembre 2012, su tutto il territorio nazionale. Con questo provvedimento, il Governo ha concesso una deroga al rispetto dei limiti di emissione della nota sostanza cancerogena e fornito un assist agli stabilimenti come l’Ilva.
«Noi siamo contrari al valore obiettivo e all’obiettivo di qualità perché entrambi si basano su una media annuale e non tengono conto del fatto che durante l’anno può verificarsi una esposizione al benzo(a)pirene, tale da rappresentare un rischio sanitario, soprattutto per la fascia più vulnerabile della popolazione: i bambini – ha sottolineato Rosa D’Amato – inoltre, il valore obiettivo è un valore da raggiungere “per quanto possibile” e non un valore limite perentorio, da non superare. Ciò lascia spazio alla possibilità di superare 1 ng/m3».
L’introduzione di una soglia di allarme comporterebbe un vantaggio certo: se gli sforamenti dovessero superare la frequenza consentita, in piena applicazione dell’art. 32 della Costituzione Italiana, sarebbe possibile emanare ordinanze contingibili ed urgenti (del Sindaco, del Prefetto, della Regione) al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana.
Per avere una legge anti-veleni davvero efficace, Taranto Libera indica altre condizioni imprescindibili: il campionamento in continuo delle emissioni (h24, 365 giorni all’anno); la pubblicazione dei dati rilevati su internet per favorire la conoscenza da parte della popolazione; affiancare ad Arpa Puglia enti esterni accreditati, in grado di effettuare rilevazioni a sorpresa; imporre, in caso di superamento, sanzioni economiche immediate e di valore crescente; prevedere il fermo immediato degli impianti al verificarsi del terzo sforamento. Taranto Libera, inoltre, auspica sanzioni anche in caso di mancata presentazione del piano tecnico-temporale entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge.
«Nella proposta di Cervellera e Ventricelli c’è qualcosa che non torna – ha aggiunto Rosa D’Amato – per i vari congeneri Ipa viene indicato un valore di 0,1 ng/mc, mentre per il benzo(a)pirene, cancerogeno di categoria 1A, è previsto un valore di 1,0 ng/mc. Tale valore deve essere necessariamente ridotto, proprio in ragione della sua più elevata pericolosità».

Il comitato ambientalista esprime forti perplessità anche su un altro punto della stessa proposta: «Si parla di una riduzione percentuale delle emissioni nel terreno e nelle acque libere e di falda – ha sottolineato la D’Amato – si tratta di una definizione generica perché su alcuni inquinanti non ci sono valori certi di riferimento. Ci chiediamo quindi: il 20% o il 30% in meno rispetto a quale quantità? Nel considerare il numero degli impianti presenti vicino al centro abitato, la quantità di emissioni e la combinazione non calcolabile dei vari inquinanti, non possiamo accontentarci di una semplice riduzione». Taranto Libera, infine, annuncia che si opporrà a qualsiasi proposta che non tenga conto delle sei richieste avanzate: «Se dovesse mancare anche uno soltanto di questi punti, avremo una legge inefficace e strumentale ai fini elettorali».

Lascia un commento