Falda inquinata, il piano di monitoraggio dell’Eni dovrà essere aggiornato

TARANTO – A furia di parlare delle disavventure che riguardano l’Ilva, si rischia di dimenticare cosa succede nella Raffineria Eni. Eppure, al Ministero dell’Ambiente vengono convocate sistematicamente Conferenze dei Servizi e incontri tecnici che non dovrebbero passare sotto silenzio. Lo scorso 12 luglio, ad esempio, si è tenuto un incontro che aveva per oggetto il progetto di bonifica della falda approvato con decreto dell’1/12/2008.  La convocazione era partita dal Ministero con l’obiettivo di superare le problematiche emerse nel corso della corrispondenza intercorsa negli ultimi mesi, relativamente alle misure di prevenzione adottate e ad eventuali ulteriori misure integrative necessarie.

In tale occasione, Arpa Puglia ha evidenziato perplessità in merito all’efficacia e all’inefficienza del barrieramento relativo all’area sottoposta a monitoraggio (attraverso una serie di piezometri). Il rappresentante dell’Eni ha informato che è in programma l’installazione di ulteriori sistemi di emungimento total fluide anche nelle aree limitrofe, in particolare nell’area serbatoi, nella quale Arpa Puglia ha individuato delle criticità.

Arpa Puglia ha insisito sulla necessità di attivare un monitoraggio che interessi tutti i piezometri ubicati nel fronte barriere, in quanto nelle vicinanze della zona interessata è stata riscontrata la presenza di surnatante (petrolio sversato). Sempre Arpa ha richiesto ad Eni la trasmissione di una cartografia che riporti l’ubicazione di tutti i piezometri che hanno rilevato superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) corredata dalla relativa mappa delle isoconcentrazioni.

In merito ai piezometri per i quali sono stati riscontrati superamenti delle CSC, il rappresentante di Arpa Puglia ha chiesto all’Eni l’attivazione delle necessarie misure di prevenzione. Alla luce del quadro aggiornato dei dati relativi alle acque di falda, il Ministero ha evidenziato la necessità di rielaborare l’analisi di rischio sito specifica.

Inoltre, il rappresentante dell’Ispra ha chiesto informazioni in merito all’ubicazione delle aree interessate da interventi di air sparging per la bonifica dei suoli rispetto alle aree nelle quali sono state rilevate anomalie nell’ambito delle attività di monitoraggio, anche al fine di valutare gli eventuali effetti dell’intervento di air sparging sulla falda. Il rappresentante dell’Eni ha comunicato che gli interventi di air sparging sono realizzati anche in aree nelle quali sono state rilevate anomalie.

Durante l’incontro è emerso l’auspicio, espresso dalla Provincia di Taranto, di attivare “un protocollo di monitoraggio in continuo atto a verificare in maniera istantanea la presenza di surnatante in tutti i piezometri in uso nella Raffineria, al fine di attivare in maniera repentina ed immediata tutte le azioni finalizzate alla rimozione delle sostanze inquinanti“.

Al termine dell’incontro, si è concordato di chiedere all’Eni di trasmettere entro l’1 agosto, il report del monitoraggio semestrale che recepisca le osservazioni formulate dagli enti. Il Piano di Monitoraggio della falda dovrà essere revisionato e/o aggiornato in accordo con Arpa Puglia e Provincia di Taranto, anche al fine di valutare l’attivazione del monitoraggio in tutti i piezometri ubicati lungo il fronte della barriera esistente e la possibilità di controllo in continuo atto a verificare in maniera istantanea la presenza del surnatante e infine gli eventuali effetti dell’intervento di air sparging sulla falda.

Entro il 15 agosto, Eni dovrà trasmettere una relazione complessiva relativa alla misure di prevenzione adottate o che si intendono adottare ad integrazione di quelle esistenti tenendo conto che si dovrà procedere all’attivazione delle necessarie misure di prevenzione sia nelle aree in cui si rileva la presenza di surnatante in falda che in quelle in cui si rilevano superamenti delle CSR nelle acque di falda. Sulla base dei nuovi dati di monitoraggio che saranno acquisiti, la società dovrà procedere entro il 30 settembre alla rielaborazione dell’Analisi di Rischio nonché ad una prima valutazione in merito alla possibilità di dover procedere alla variante del progetto di bonifica approvato con decreto. Vi terremo aggiornati.