L’amarezza di Confcommercio: a Taranto dieci anni di governo e tante occasioni perse

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Dieci anni di governo e tante occasioni perse. Hanno ragione gli architetti nel sostenere che il Comune di Taranto non è stato capace di portare a compimento nessuno dei progetti che in due quinquenni alla guida della città, l’Amministrazione in carica si è fatta scivolare tra le dita.

Baraccamenti Cattolica, parcheggio Artiglieria, palazzi Troilo e Carducci, cine teatro Fusco: cinque progetti che avrebbero, se realizzati, dato una risposta concreta alla attese dei cittadini che sempre più invocano una alternativa di sviluppo economico alla mono cultura industriale. Cinque interventi che avrebbero dato quel significativo segnale di cambiamento che la città si attende dalla sua classe dirigente politica e amministrativa, se è vero che l’Ilva non rappresenta il futuro tout court e se è vero che il commercio e il turismo sono due tasselli fondamentali di quell’alternativa economica su cui puntare.

Senza dimenticare infine Palazzo degli Uffici dove, a onor del vero, vi sono state corresponsabilità negli anni passati dell’ente Provincia ed una serie di traversie giudiziarie, che hanno rallentato –sono passati 13 anni- l’avvio dei lavori di ristrutturazione. Che dire infine del Corso Garibaldi in Città Vecchia, riqualificato con Urban, ed oggi in completo stato di abbandono.

Per non parlare poi della programmazione del tutto assente: dal piano urbanistico, al piano delle coste (assolutamente necessario per le attività del mare), al piano della mobilità. Carenze che hanno provocato ritardi e danni all’economia del territorio. Ed infatti proprio l’assenza di uno strumento di programmazione del traffico urbano ha tanto contribuito a determinare scelte da parte della Amministrazione, totalmente contestate dai commercianti che si sono visti imporre provvedimenti calati dall’alto che non tengono conto dei bisogni delle categorie e della utenza.

Si potrebbe continuare citando l’area di scambio di Cimino, completata e rimessa a posto in più riprese, ma a tutt’oggi non utilizzabile. Si potrebbe infine parlare delle politiche mercatali e della gestione qualificata delle aree pubbliche del commercio, del mai completato regolamento dei dehors, di quel lungomare che, più e più volte, è stato al centro di discussioni e tavoli tecnici in cui si è concordato della necessità di un progetto di qualificazione dell’offerta ‘street food’  per sottrarre l’area all’occupazione selvaggia da parte degli abusivi.

L’elenco delle occasioni perse in dieci anni di governo potrebbe essere ancora più lungo, ma è inutile rivangare quel che non si è fatto. Rammarica dover ammettere che si chiude una pagina, dove le caselle vuote sono le stesse di dieci anni fa, malgrado non siano mancate le occasioni per riempirle e per lavorare valorizzando l’apporto esterno in un concetto di condivisione e partecipazione.

E’ noto a tutti come Confcommercio in questi anni abbia in ogni modo tentato di intessere un dialogo, mettendo a disposizione dell’Amministrazione idee, progetti e possibili percorsi di collaborazione, andando talvolta anche contro corrente, e sempre riconoscendo all’Amministrazione comunale un ruolo primario nell’interlocuzione politica ed istituzionale, e sempre tentando di costruire anche quando il confronto si faceva duro, divenendo scontro.

Incapacità, indifferenza, presunzione? Tutto ribalza su un muro di gomma. L’Amministrazione continua ad andare avanti come ha fatto sin’ora, sino alla fine nel suo isolamento, senza guardarsi attorno e senza voler capire che c’è tutta una città che attende che accada qualcosa. Cosa lascerà? L’amaro in bocca di aver perso tante occasioni per voltare pagina.

CONFCOMMERCIO TARANTO

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