Ilva, Usb su ultimo infortunio: azienda si assuma le responsabilità

Incontro tra RLS e azienda per discutere dell’infortunio avvenuto l’altro ieri al tornio 11 in cui è rimasto coinvolto un operaio di 40 anni.

“Mentre L’azienda analizzava la pratica operativa, tentando goffamente di indirizzare la discussione sull’infortunio del lavoratore sul rispetto delle pratiche operative, noi abbiamo ribadito che sull’impianto non erano presenti  le condizioni minime di sicurezza, a causa degli spazi ristretti, la scarsa illuminazione e la presenza, come piano di calpestio, di una pedana di legno fradicia e piena di olio – spiega Francesco Rizzo, coordinatore USB Taranto -. Ed è proprio quest’ultimo aspetto che ha determinato l’infortunio,  perché, non essendo in sicurezza,  il lavoratore è scivolato e si è tagliato.

Ci aspettavamo una presa di posizione e un riconoscimento davanti ad un fatto esplicito, ma come sempre l’azienda si copre con un dito. Ed ancora più grave è il fatto che alla nostra domanda se la pedana fosse secondo loro a norma, la risposta sia stata: non so. Un tentativo vergognoso di scaricare le responsabilità . Vorrei sottolineare che si tratta di un lavoratore che è da oltre vent’anni in quella fabbrica, un operaio di grande esperienza, che ha fatto scuola al tornio ad altre decine di altre persone. Insomma un lavoratore serio e professionalmente preparato. Ilva deve smetterla di girare attorno ai problemi e deve riconoscere che la maggior parte degli impianti oggi sono in condizioni obsolete.  Se ci sono degli infortuni nelle officine che notoriamente non sono impianti pericolosi, bisogna iniziare ad ammettere che qualcosa non va e prendersi le proprie responsabilità”.

Rizzo ribadisce il controllo continuo di USB: “Continueremo a denunciare queste tutte le anomalie.Crediamo che sia una situazione che abbia superato ormai limite dell’accettabile da tempo: ci troviamo sempre davanti allo stesso Ricatto, accettare di lavorare in queste condizioni o rischiare di andare in cassa integrazione.”

Stamane pioggia di denunce a firma di USB sulle condizioni di sicurezza in fabbrica, nelle prossime settimane inoltre la USB depositerà agli enti ispettivi e alla procura della repubblica un corposo dossier sulle pessime condizioni in cui versano i lavoratori delle Cokerie Ilva.